La signora canta il blues (Billie Holiday)

Creato il 05 marzo 2013 da Nageki @nagikka
Titolo: La signora canta il blues
Titolo originale: Lady sings the blues
Autore: Billie Holiday
Edizione: Feltrinelli
Pagine: 296
Prezzo: € 7.65
ISBN: 9788807814051
Trama
"La mamma e il babbo erano ancora due ragazzi quando si sposarono. Lui aveva diciott'anni, lei sedici, io tre". Dagli slums di Baltimora ai café society di New York, dagli studi di registrazione alle galere americane, dalla violenza del razzismo subìto all'affrancamento ottenuto attraverso il successo nel mondo dello spettacolo, dalle frequentazioni eccellenti all'inferno della dipendenza dalla droga, Billie Holiday insegue sempre un sogno di dignità umana, di qualità dell'esistenza puntualmente contraddetto dalla realtà. L'unico ambito in cui questa fatica di vivere e di combattere trova sublime compimento è la musica, e tutto il mondo sa quanto la voce di Billie Holiday testimoni vertigini di sensibilità che vanno oltre le canzoni.  
Autore
Eleanora Fagan, o Elinore Harris, nota come Billie Holiday o Lady Day (Filadelfia, 7 aprile 1915 – New York, 17 luglio 1959), è stata una cantante statunitense, fra le più grandi di tutti i tempi nei generi jazz e blues. Nata da genitori non sposati, Sarah Julia Fagan e il musicista Clarence Halliday, noto come "Holiday". Quando scelse il suo nome d'arte, Eleanora prese il cognome d'arte del padre e il nome "Billie" in omaggio all'attrice Billie Dove. Billie ebbe un'infanzia travagliata e dolorosa. Trascorse i primi anni a Baltimora, trattata duramente dalla cugina della madre alla quale quest'ultima l'aveva affidata mentre lavorava come domestica a New York. Subì uno stupro a dieci anni e in seguito dovette evitare diversi altri tentativi di violenza. Ancora bambina, raggiunse la madre a New York, e cominciò a procurarsi da vivere prostituendosi in un bordello clandestino di Harlem. Nel 1933, diciottenne, mentre cantava al "Log Cabin", fu notata dal produttore John Hammond, che le organizzò alcune sedute in sala d'incisione con suo cognato Benny Goodman. Tra il 27 novembre ed il 3 dicembre di quell'anno incise i suoi primi dischi con l'orchestra di Goodman. Billie Holiday, con l'aiuto e il supporto di Artie Shaw, fu tra le prime cantanti nere ad esibirsi assieme a musicisti bianchi, superando le barriere razziali. La carriera e la vita di Billie Holiday furono segnate dalla dipendenza dall'alcool e dalla droga, da relazioni burrascose e da problemi finanziari. Anche la sua voce ne risentì, e nelle sue ultime registrazioni l'impeto giovanile lasciò il posto al rimpianto. Il suo impatto sugli altri artisti fu comunque notevole in ogni fase della sua carriera.
Recensione
Tra i miei romanzi preferiti figurano quelli inerenti la questione razziale, così dopo aver saccheggiato la libreria di mia mamma ho finito per rivolgermi a Twitter. Tra i suggerimenti mi è stato consigliato l'acquisto di questa autobiografia, piacevolissima storia di vita vissuta raccontata dalla grande Billie Holiday. Ammetto che prima di leggere questo libro non avessi mai o quasi mai ascoltato i suoi dischi, ma sto cercando di porre rimedio a questa mancanza. Oltretutto -questo va detto- dopo la lettura non si può non provare simpatia nei confronti di questa donna, capace di raccontare tristi eventi della sua vita pur riuscendo a strapparti un sorriso grazie alla grinta ed all'atteggiamento mantenuto nei confronti dei suoi detrattori. La passione con cui Lady racconta il suo amore per il blues e le vicende che l'hanno portata a comporre determinati pezzi spingono il lettore a volerne sapere di più, a voler ascoltare la voce di Lady Day che a distanza di anni dalla sua morte riesce ancora ad emozionare. Lo confesso, quando Billie Holiday racconta la nascita di "Strange fruit" ho dovuto cercare il testo della canzone e rabbrividire di fronte all'immagine che a poco a poco prendeva forma davanti ai miei occhi. Tanti, tantissimi gli episodi in cui Lady ha purtroppo dovuto fare i conti con il razzismo, senza contare ingiustizie e crudeltà di giornalisti, polizia ed approfittatori. Consiglio questo romanzo a tutti gli appassionati di autobiografie e soprattutto a chi, come me, è interessato alla questione razziale. 
Voto 

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