"Ho vissuto la morte prima ancora di vivere la vita..............Mio fratello era morto tre mesi prima della mia nascita. Mia madre era rimasta sconvolta..........nel ventre di mia madre, io sentivo già la loro angoscia (dei miei genitori)......................questo fratello morto.............non è certo un caso se si chiamava Salvador come mio padre e come me..................Ho cominciato a vivere riempiendo il vuoto di un affetto, che non mi si portava veramente" ( Dalì, 1973, pp.12-13)
Egli in un aforisma disse: " «Il segreto del mio prestigio rimarrà un segreto.» forse era questo il suo segreto ? Aver esorcizzato attraverso un arte allucinatoria, visionaria la morte di un fratello di cui lui era il sostituto?
Dalì sviluppa un surrealismo molto personale e legato agli elementi della psicanalisi freudiana, esso è caratterizzato da un tecnica minuziosa e fredda. Il surrealismo è per Dalì l'unico modo per far emergere il suo inconscio, secondo il principio dell'automatismo psichico teorizzato da Breton; Dalì definisce tale automatismo "metodo paranoico-critico". La paranoia per Dalì è «una malattia mentale cronica, la cui sintomatologia più caratteristica consiste nelle delusioni sistematiche, con o senza allucinazioni dei sensi. Le delusioni possono prendere la forma di mania di persecuzione o di grandezza o di ambizione». Le immagini che Dalì fissa sulla tela racchiudono in sé stesse tutta la sua paranoia, il suo delirio; sono partorite da una mente dotata di una fantasia straordinaria; artificiose non possono far altro che stupire colui che guarda. Scrive Dalí: «Attraverso un processo nettamente paranoico è possibile ottenere un'immagine doppia, rappresentazione di un oggetto che, senza la minima modificazione figurativa o anatomica, sia al tempo stesso la rappresentazione di un oggetto assolutamente diverso».(http://www.realdarkdream.com/arte/dali.html)Forse un modo di trasfigurare la morte che altrimenti per un tabù culturale, non verrebbe mai nominata e quindi mai sconfitta ed esorcizzata. Dalì ha trasformato il non detto e l'innominabile (morte) in arte e, al tempo stesso l'ha sconfitta prendendosi un posto nel mondo che non era certo solo quello di essere il sostituto di qualcuno.
L'Angelo archittetonico di Dalì
L'Angelus di Millet