Oddio la nuova Panda sembra un restyling della vecchia e, ad eccezione del bilicindrico turbo, monta antichi motori, il fire 1.2 che sostituì negli anni ’90, il fallimentare 1400 a tre valvole per cilindro e il diesel 1.3 multijet. Quindi diciamo che il nuovo si ferma molto alla pelle. Ma cosa non scriverebbero gli aedi di Torino sui buoni biscotti della nonna?. E infatti a leggere parrebbe che a Pomigliano si sia inventato il ciclo otto e che viene anche lodato il fatto che ci siano 5 porte di serie, quando non esiste un modello a tre. Ma insomma le lodi sperticate e le chiacchiere sono il turibolo del potere e non c’è poi da stupirsi o da sperare in un cambiamento dell’atteggiamento dei media italiani in chi tiene i cordoni delle borse e delle carriere.
Si sa che la nuova Panda sarà venduta in tre allestimenti tuttavia non ancora ben precisati o illustrati e tuttavia voglio fare un piccolo paragone fra il nuovo prodotto Fiat e un altro, dello stesso segmento uscito in tarda estate. Si tratta della nuova Kia Picanto, prodotta dal gruppo coreano che è il 4° gruppo al mondo: ha più o meno le stesse dimensioni e appartiene alla stessa classe. Esaminiamo il modello base visto che è l’unico di cui conosca il prezzo per quanto riguarda la Panda
Panda Picanto
Motore 1200, 69 Cv 1000, 69 cv
Airbag 4 6
Sicurezza Abs+ ? Abs+Edb+Bas+Ess
Dotazioni ? Cimatizzaore, Radio, Mp3
Garanzia 2 anni 7 anni
Prezzo 10.200 euro 9300 euro
Naturalmente i gusti sono gusti e sono lontanissimo da fare il tifo per modelli di auto, non è questo il mio scopo, ma è certo che si nota una qualche differenza di posizionamento sul mercato. Mi limito a notare che il salario medio a Pomigliano è di circa 1900 euro lordi e circa 1200 netti e già questo a Marchionne non bastava, mentre l’operaio della Kia guadagna in netto 2100 euro per 48 ore la settimana. Per di più in Corea del Sud questo salario corrisponde a un potere di acquisto di oltre 3200 euro. Certo il costo del lavoro in Corea è di parecchio inferiore a quello italiano. Ma temo che questo non sia un grande argomento visto che il costo del lavoro in Germania e Giappone è molto più alto di quello italiano. Guarda caso proprio in questi due Paesi si trovano il primo e il secondo gruppo automobilistico al mondo.
Già c’è proprio da piangere. Visto che come Paese industriale siamo a rischio come il Panda.