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La società "onesta" dice "No" alla povertà ingiusta / "Banning poverty 2018"

Creato il 31 ottobre 2012 da Marianna06

 

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Tutte le leggi, le pratiche e l’agire delle istituzioni umane , che in qualche nel mondo concorrono a creare povertà “ingiusta”, devono essere  messe molto presto sotto i riflettori, perché l’opinione pubblica sappia ciò che esse realmente sono e i danni che producono. E’ un obiettivo questo, nato ufficialmente dopo la marcia per la Giustizia (Agliana-Quarrata, in provincia di Pistoia) dello scorso 8 settembre e da centrare con il supporto fattivo dell’assemblea generale delle Nazioni Unite entro il 2018, ricorrenza del 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani.

I promotori dell’iniziativa  , che è già campagna (www.banningpoverty.org ), sono Riccardo Petrella dell’Università del Bene Comune (Bruxelles) e Bruno Amoroso del Centro studi Federico Caffè e l’università di Roskilde (Danimarca).

Per approfondire l’argomento esiste un Rapporto dal titolo “Liberare la società dall’impoverimento”, che può essere richiesto tramite il sito sopraindicato.

Ecco qui, in breve,in base al Rapporto, che cosa rende illegale la cosiddetta povertà.

Si tratta di principi,qui sunteggiati, di cui si argomenta ampiamente all’interno del Rapporto.

a)Nessuno nasce povero,né sceglie di esserlo.

b)La povertà è una costruzione sociale.

c)Non è soltanto la società “povera” che produce povertà.

d)L’esclusione produce impoverimento.

e)In quanto strutturale l’impoverimentoè sempre collettivo.

f)La povertà è figlia dell’assenza di volontà politica collettiva nei confronti di tutti gli abitanti della   Terra.

g)I processi d’impoverimento si verificano in società ingiuste.

h)La lotta contro la povertà è lotta contro la ricchezza ineguale, ingiusta e predatrice.

i) Il pianeta degli”impoveriti” è divenuto sempre più popoloso, in particolare dagli anni ’70.

l)Per ridurre la povertà le politiche degli ultimi anni hanno preso in considerazione solo misure curative, mai  risolutive.

m) La povertà  oggi è una nuova forma di “schiavismo” e quindi  un autentico “furto di umanità e di futuro”.

n) Risolvere significa mettere “fuori legge” le leggi (perdonate il bisticcio di parole) e tutte quelle pratiche sociali collettive, che concorrono a produrre e alimentare povertà.

Concludendo,mi pare più che evidente che in questo discorso, dentro questa “povertà” illegale, ci siamo tutti come Italia, come Europa e come Mondo.

Ci siamo dentro soprattutto come  giovani, come lavoratori attivi e come lavoratori esclusi dal circuito lavorativo. Ci siamo come uomini e come donne. E non solo.

Ci siamo, insomma, come persone, che hannoil  diritto, sotto qualunque cielo, ad un futuro dignitoso e a una vecchiaia serena,  in un mondo che sia il più possibile meno conflittuale.

Se così non sarà, ci attendono (tutti e tutti insieme) giorni “neri”. E non è una metafora.

E’ bene sapere e, dunque, fare.

Per l’elenco dei promotori della campagna rimando alla lettura dell’articolo di Raffaello Zordan su  Nigrizia di ottobre, periodico dei Comboniani.

 

 a cura  di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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