un reperto che
diventerà cimelio
visto cosa è
diventato il
Partito Radicale
E’ sempre la solita vecchia sporca storia, ogni volta che un movimento d’opposizione vera, di contestazione dura, diventa importante, troppo visibile, l’imperativo di ogni governo, sia di destra, che in una certa misura anche di sinistra è sempre lo stesso: CRIMINALIZZARLO.
Solo così, grazie alla repressione più feroce, alle svariate forme di provocazione, black bloc oggi autonomi fuori controllo ieri, il potere ottiene di trasformare imponenti manifestazioni di dissenso che possono catturare l’attenzione anche del popolo più distratto, in momenti di deprecazione attraverso una spudorata strumentalizzazione per fatti gravissimi.
Non a caso il boia di turno Maroni ha parlato di “poteva scapparci il morto” che voleva essere in realtà “peccato che non c’è scappato il morto”. Lo abbiamo visto ogni volta, fin dagli anni 60, come dopo fatti gravissimi, omicidi restati impuniti, il potere abbia avuto buon gioco per stringere alle corde i “responsabili” di manifestazioni o eventi contestativi, scaricando su di loro montagne di fango e di accuse strumentali, e cercando anche di approfittarne per colpire i propri nemici istituzionali, avversari politici, mas media critici.
Qualche volta poi l’occasione è diventata propizia per rapide modifiche legislative atte a reprimere su più larga scala, a fornire libertà d’azione alla polizia con il beneplacito dell’opposizione parlamentare. Cosa che sta accadendo oggi dopo la giornata infausta del 15, sull’onda di quell’emotività altre volte criticata (Fukushima energia nucleare) e
addirittura con proposta di un Di Pietro di rispolverare la Legge Reale che tanto servì per colpire ogni forma di dissenso ai tempi delle brigate rosse.
Purtroppo, l’ho vissuto fin dal 68, questa pratica di criminalizzazione ha sempre successo, in quanto trova la sponda favorevole in quei partiti di sinistra che temendo sempre di essere considerati i cattivi maestri finiscono per inghottirsi tutti i provvedimenti più liberticidi.
Oggi poi la situazione è ancora più grave e complessa, a mio avviso, di quella di qualche decennio fa, perché il livello di non sopportazione, di schifo per il governo del Cavaliere Nero pompetta, è arrivato ad un punto di calor bianco, per cui anche fra gli indignati d’ogni età e ceto, può scoppiare inarrestabile la tentazione di una violenza liberatrice e catartica. Infatti tra i manifestanti, assistendo alle lunghe dirette televisive, meglio che essere in piazza, si potevano osservare varie presenze inquietanti e chi può dire che fossero solo black bloc o poliziotti infiltrati?
In un movimento così ampio, spontaneo, difficile da organizzare e regolamentare è facile che la smania di dimostrare la propria rabbia incontenibile possa sfociare in momenti senza controllo.
L’importante è mantenere la calma, perseguire con tenacia l’obiettivo di allargare al massimo la platea di chi non sopporta più una situazione che diventa ogni giorno più scellerata e grottesca, con un presidente del consiglio che arriva a parlare, in una delle tante intercettazioni di distruggere il tribunale e il giornale “la Repubblica” che gli danno fastidio con una rivoluzione (sic) perché intanto il Parlamento non conta un “cazzo”. E ancora è lì e nessuno e niente riesce a buttarlo giù.
Quindi bisogna solo sperare in un movimento tanto ampio, tanto forte che riesca ad aver ragione, contestualmente all’aggravarsi delle condizioni di vita del Paese, anche di quei giochi più o meno scoperti della cosiddetta Casta che pur di non perdere i propri enormi privilegi è pronta a fare carte false. In fondo, ad un individuo che nuota nell’oro e che non ha badato a scrupoli d’alcun genere che può importargliene di un altro essere che sta affogando?