La sottile linea rossa – Terrence Malick

Creato il 22 aprile 2015 da Maxscorda @MaxScorda

22 aprile 2015 Lascia un commento

II Guerra Mondiale, lo scenario e’ quello del Pacifico, l’isola e’ Guadalcanal, teatro della celebre battaglia che vide fronteggiarsi Stati Uniti e Giappone. Passo dopo passo, metro dopo metro, un morto dietro l’altro, la conquista sara’ sofferta e dolorosa, pagata non solo con vite umane ma soprattutto, ed e’ qui che punta Malick, con l’anima di chi ha combattuto.
Film evento per una infinita’ di motivi, certamente uno dei pochi veri e propri colossal degli ultimi 20 anni, laddove la grandeur non viene dai soldi, non solo da quelli almeno.
Innanzitutto c’e’ Malick che torna alla regia esattamente 20 anni dopo "I giorni del cielo" e lo fa con un film sul secondo conflitto mondiale, argomento da tempo esaurito e senza riferimenti paralleli con altri scenari ma dal momento in cui la vera guerra si svolge nel cuore degli uomini, in qualche modo l’intorno e’ un pretesto e poteva essere usata qualunque cosa.
Ad accentuare il grande evento e’ l’impressionate presenza di stelle hollywoodiane che hanno preso parte alla pellicola, tre ore si durata che in realta’ dovevano essere sei con l’ulteriore moltiplicarsi di divi in azione. Considerate le forze in campo, gia’ il cartellone basterebbe e riempire di sorpresa, la crema dei professionisti del cinema e gli elogi sono quasi inevitabili.
Certo e’ che dal mucchio non si possono evitare i nomi di John Cusack, attore in parte perduto ma bravissimo e altrettanto si puo’ dire di Woody Harrelson, altro interprete che in poche occasioni ha avuto modo di esprimersi veramente al suo massimo. Cio’ vale anche per Elias Koteas mentre tra i biggissimi i nomi sono due, Nick Nolte e Sean Penn, il primo straordinario nel suo periodo migliore, il secondo, malgrado l’antipatia personale e la sopravalutazione universale, anche lui negli anni buoni dove seppe farsi vedere con prestazioni davvero maiuscole, inclusa questa.
E poi Malick. Questo e’ il film che preferisco, di gran lunga su tutti gli altri. Lo dico senza ironia pur constatando e ribadendo che Malick dovrebbe fare altro, chesso’ documentari con cascate, pappagallini e alberi, tanti, tanti, tanti, tantissimi alberi con telecamere che gli ruotano attorno, su, giu’ dentro e fuori. Condire con un bel suono ambient, a proposito, Zimmer e’ decisamente d’effetto, e far dire a qualcuno con voce calda ma concentrata cose tipo "siamo come insetti nella corteccia del tempo" o fregnacce da minus habens appena usciti da un libro di Gramellini.
Bravo e’ bravo, certe sequenze sono degne del miglior Spielberg da li’ a poco con "Salvate il soldato Ryan" ma la banalita’ new age che non si distingue dal girato, e’ devastante.
Allo stesso tempo il duecentesimo albero col sole tra i rami ti ammazza la ragione. Siamo ancora lontani dal delirio di "To the wonder" ma allo stesso tempo la pasta e’ fatta dalla stessa farina.
Ripeto, e’ il suo film che preferisco malgrado tutto, mille sono i motivi per riderci su ma altrettanti restano per apprezzarlo, La somma alla fine segna positivo e va bene cosi’.

Scheda IMDB


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