Giacomo Tachis, membro dell'Accademia Italiana della Vite e del Vino e dell’Accademia dei Georgofili, nonché uno tra gli enologici più noti, protagonista della rinascita del vino in Italia, osserva che il fascino del vino toscano, oggi, è costituito dalla "gentilezza", che conferisce al nostro vino "una fisiognomica nuova: i rapporti di base sono mutati, a partire dal colore (tonalità ed intensità) fino al carattere olfattivo (profumi più intensi, più vinosi, ...) e al sapore (meno duro, più denso, più grasso, più sapido e più evoluto)".
Il cambiamento è iniziato tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, quando il consumo del vino ha subito un profondo rivolgimento culturale: il Chianti è passato ad occupare gli spazi dell'occasione, da bevanda quotidiana che era. Alla crescita dell'aspetto qualitativo è corrisposta un'altrettanto potente opera di valorizzazione del vino, investendo gli ambiti del marketing: "La bottiglia bordolese vestita di eleganti etichette ha sostituito in buona parte i vecchi fiaschi, così come più raffinati bicchieri dalla forma studiata per esaltare colori e aromi dei vini hanno sostituito i vecchi boccali e 'ottavini' da osteria". (da "Vinattieri fiorentini" di Paolo Nanni, Edizioni Polistampa)
La qualità sempre migliore del nostro prodotto ha contribuito, però, ad aumentare anche l'appeal dei territori su cui nasce: senza voler semplificare troppo, poiché il settore è davvero complesso, Chianti è spesso sinonimo di Toscana - uno dei pochissimi brand territoriali veri che esistano -, con il ricchissimo patrimonio di arte e cultura che la nostra regione si porta dietro da secoli.
Un "turismo integrato" è dunque quello che tende a veicolare il vino, che ha nel suo DNA un potenziale enorme di antichi saperi da tramandare e comunicare, quelli da cui nasce e cresce.
Se n'è parlato ieri, durante un interessante convegno che si è svolto al Centro per la cultura del vino I Lecci, sulle splendide colline di Montespertoli, la cui Amministrazione, da sempre, investe fortemente nella promozione del Chianti con l'organizzazione dell'annuale mostra.
"Conversazioni sul travel 2.0, nel Chianti": un incontro con gli operatori del Chianti su Travel, Toscana, Marketing territoriale.
Tra i vari interventi, quello di Francesco Tapinassi, direttore APT Maremma, che ha illustrato le nuove funzioni di una APT 2.0 nel "misterioso e affascinante caso Maremma": il passaggio da una comunicazione to many a una one to one come priorità assoluta, come necessità per mantenere il dialogo nel tempo e far affezionare al proprio territorio gli enoturisti alla ricerca di qualcosa di autentico ed originale.
Spesso l'assuefazione percettiva ci induce a pardere lo "sguardo altro" sulle nostre meraviglie, nelle quali viviamo giornalmente: questo occhio vivo e vivace possiamo recuperarlo attraverso la comunicazione di ciò che gli altri dicono di noi. Una forma di condivisione delle informazioni, una rete circolare, che permetta a chiunque di accedere al valore di un'esperienza. E' l'emozione che fa la differenza oggi. E questa emozione la donano la cura dei particolari, la capacità di coinvolgimento, l'espressione della nostra identità, unica ed irripetibile come lo sono le singole persone.