La Spagna stanca dell'invasione del turismo low-cost

Da Rottasudovest
Si potrebbe definire l'altra faccia della medaglia del turismo low-cost. Ryanair e Easyjet non portano necessariamente nelle località turistiche il meglio dei cittadini degli altri Paesi. Se ne stanno rendendo conto alle Baleari e sulla costa catalana, dove da tempo le amministrazioni locali sono in lotta contro i giovanissimi nordici, che approfittano delle tariffe aeree stracciate per weekend di alcol sul Mediterraneo. A Lloret de Mar, una delle cittadine più frequentate dai turistilow cost, hanno tentato di porre un freno all'abuso di alcol (con conseguenti problemi per l'ordine pubblico), con un rigido regolamento comunale, che ha suscitato l'indignazione della stampa britannica (probabilmente meno disponibile a tollerare in casa il comportamento violento dei concittadini ubriachi). A Barcellona hanno imposto il divieto di circolare in costume in città, usanza cara a molti turisti nordici. Alle Baleari sono alle prese con il fenomeno più pericoloso di tutti, il balconing, il tentativo, di moda soprattutto tra gli inglesi, di saltare, ubriachi, da un balcone all'altro degli alberghi o, addirittura, dal balcone in piscina; ogni anno muoiono decine di giovani, ma il fenomeno continua a essere in auge. E Magaluf è diventata, suo malgrado, sinonimo di turismo volgare ed evitabile, in grado di rovinare l'immagine della cittadina e dell'intero arcipelago baleare a causa di ubriachi, maleducazione, droga e volgarità (ha suscitato un certo scalpore il video di una turista inglese impegnata in una fellazione collettiva in un locale di Magaluf).
elconfidencial.com ha iniziato il fuoco di sbarramento contro questo tipo di turismo, annunciando che in Spagna arrivano circa 10 milioni di turisti di troppo: sono i turistas basura, così li ha definiti, i turisti spazzatura. La Spagna ha bisogno dei turisti low-cost? Si chiedeva il quotidiano digitale, con una certa indignazione, affermando come non siano compatibili, nello stesso arcipelago, le immagini dei ricchi, belli e famosi, che fanno le vacanze a Ibiza, capitanati da Andrea Casiraghi, Orlando Bloom e Leonardo di Caprio, o della Famiglia Reale, tornata in forza a Palma di Maiorca con i nuovi sovrani Felipe e Letizia, con quelle del balconing, delle risse, delle volgarità dei turistas basuras. "E' arrivata l'ora di dire che questo turismo non lo vogliamo" ha tuonato il sito web.
L'indignazione degli spagnoli contro il turismo spazzatura (bella anche la definizione) non è cosa nuova. Gli articoli più arrabbiati per il declino di Venezia, causa turismo di massa, li ho letti in spagnolo, più che in italiano. Gli spagnoli, più degli italiani, temono la trasformazione delle proprie città e delle proprie isole in parchi tematici, temono la perdita dell'identità originaria, venduta a chi arriva per ubriacarsi, farsi la foto davanti ai monumenti più mediatici e correre a consumare il fast-food. Da anni i quotidiani denunciano i pericoli che corre Barcellona, trattata senza educazione e rispetto da chi la percorre in costume, fa le code per Gaudi e occupa la Rambla, privandola della sua identità originaria. In spagnolo esiste una parola per definire i turisti, soprattutto di provenienza nordica, che indica anche un certo sprezzo ispanico per lo straniero: guiri (noi almeno non abbiamo parole antipatizzanti per i turisti, anche in questo si vede la differenza di mentalità). I guiris sono sempre meno tollerati, a causa del loro numero sproporzionato e la loro sostanziale incapacità di rispettare il luogo che visitano.
Bisogna aggiungere che tra i turistas basura, purtroppo gli italiani hanno un posto di rilievo, unici tra i mediterranei. Ricordo una conversazione con una ragazza di Formentera, a cui gli italiani stanno molto antipatici per il modo chiassoso con cui occupano la sua isola per buona parte dell'estate. E il suo non è un caso isolato, in genere i turisti italiani sono chiassosi, maleducati e piuttosto arroganti (non me l'hanno raccontato, a Siviglia è fenomeno che si può osservare quasi quotidianamente).
A denunciare i mali del turismo low-cost, ieri è sceso in campo El Pais. Lo ha fatto per raccontare la rabbia e l'indignazione degli abitanti di Barcellona e utilizzando, come goccia che ha fatto traboccare il vaso, le immagini di alcuni turisti italiani che correvano nudi per le strade di Barceloneta, arrivando a entrare nei negozi come mamma li ha fatti. Lasciando da parte lo schifo di avere connazionali così poco educati e così imbecilli, l'autore della foto, Vicenç Forner, spiega a El Pais che non si è trattato di un episodio casuale e isolato: "Qui i turisti fanno quello che vogliono" (e nessuno dice loro niente, neanche la Polizia, sottinteso). A Barcellona, sostiene El Pais, il problema non sono solo gli aerei low-cost, che portano di tutto e di peggio dal Vecchio Continente, ma anche le case turistiche illegali. Il sito web Airbnb, presenta ben 477 alloggi turistici, ma di questi solo pochi sono regolarmente denunciati. A Barceloneta, denunciano i residenti a El Pais, ci sono solo 72 appartamenti turistici regolarmente denunciati, ma nelle mappe da loro realizzate, ci sono almeno 170 appartamenti da cui escono turisti a tutte le ore.
Maleducazione e inciviltà dei turisti, illegalità diffusa in città, pacchetti di vacanze che attirano i giovanissimi con i tour dell'alcol alle Baleari. Non tutto è rose e profumi nel mondo low-cost.


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