La speculazione edilizia e la bulimia costruttiva

Da Silviapare

La bulimia costruttiva dell'Italia ce l'ho sotto gli occhi da anni, nel mio paese sul lago Maggiore sfigurato da colate di cemento come tutto il resto del territorio italiano. È un tema che mi sta a cuore e mi fa infuriare da tanto tempo, ma oggi preferisco lasciar parlare altre due voci. Il geologo Mario Tozzi (oggi) e Italo Calvino (nel 1963).
Nel 1963 Italo Calvino pubblicava il romanzo La speculazione edilizia, ambientato in un'ignota località della riviera ligure. Eccone un brano.
"(...) sua madre, ogni volta che lui veniva a ***, per prima cosa lo faceva salire sul terrazzo (...) -Adesso ti faccio vedere le novità,- e gli indicava le nuove fabbriche: -Là i Sampieri sopraelevano, quello è un palazzo nuovo di certi di Novara, e le monache, anche le monache, ti ricordi il giardino coi bambù che si vedeva là sotto? Ora guarda che scavo, chissà quanti piani vogliono fare con quelle fondamenta! E l’araucaria della Villa Van Moen, la più bella della Riviera, adesso l’impresa Baudino ha comprato tutta l’area, una pianta che avrebbe dovuto preoccuparsene il Comune, andata in legna da bruciare; del resto trapiantarla era impossibile, le radici chissa dove arrivavano. Vieni da questa parte, ora; qui a levante, vista da toglierci non ne avevano più, ma guarda quel nuovo tetto che è spuntato: ebbene, adesso il sole della mattina arriva qui mezz’ora dopo..."

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