La spending review aziendale

Creato il 13 dicembre 2012 da Pps @ppsposato
Lo spunto di questo articolo mi viene dalla pubblicazione di una lettera aperta, nella quale un imprenditore chiede una consulenza sulla possibilità di ridurre le retribuzioni di alcuni dipendenti, nell'ambito di una spending review aziendale. L'azienda, nell'ambito di un'approfondita analisi delle spese, ha rilevato l'esagerato costo di alcuni dipendenti a cui, in precedenti gestioni, erano stati riconosciute retribuzioni ad personam esagerate e non allineate al mercato.
L'imprenditore domanda, dunque se, sulla scorta dei principi che guidano la spending review governativa, la magistratura del lavoro potrebbe accettare che l'azienda possa procedere ad una riduzione della retribuzione ad personam.
Uno studio legale ha raccolto la richiesta di aiuto dell'imprenditore, fornendo alcuni siggerimenti che possono essere così riassunti:
  1. la prima azione che l'imprenditore potrebbe mettere in atto senza problemi (a meno di diversa previsione contrattuale) è quella di considerare i superminimi assorbibili da futuri incrementi contrattuali; questa azione è priva di rischi vertenziali, ma produce i suoi effetti su tempi molto lunghi. 
  2. la seconda opzione è quella di tentare una trattativa ad personam, nel caso esistano evidenti e dimostrabili condizioni economiche tale da imporre una più aggressiva spending review. Non deve essere considerato impossibile proporre al dipendente una concordata riduzione della retribuzione, partendo dall'ipotesi che, se la magistratura accetta il demansionamento a fronte di un possible licenziamento, a maggior ragione dovrebbe accettare una riduzione della quota integrativa della retribuzione. Questi accordi vanno, ovviamente, ratificati in sede sindacale.
  3. l'ultima opzione è il licenziamento economico per giustificato motivo oggettivo, non dimenticando però che la casistica è ancora troppo limitata per poter prevedere con una buona approssimazione l'atteggiamento della magistratura del lavoro. Alcuni giudici, a fronte delle modifiche apportate dalla riforma del mercato del lavoro, nello specifico all'art. 18, si sono espressi contro il licenziamento giustificato dalla riduzione dei costi.