La spia - A most wanted man, Frank, Due giorni, una notte

Creato il 15 novembre 2014 da Pianosequenza


La spia – A Most Wanted Man, tratto da un romanzo di John Le Carré, ha il poco invidiabile primato di portare in scena per l’ultima volta l’ingombrante e carismatico profilo di Philip Seymour Hoffman, accompagnato da un cast di prim’ordine (Mc Adams, Dafoe, Wright). L’attore americano interpreta un veterano dell’intelligence tedesca esiliato ad Amburgo dopo una missione andata male, alle prese con la comparsa di un uomo misterioso, fuggito dalla Cecenia, le cui intenzioni appaiono indecifrabili.
Il regista Anton Corbijn, con alle spalle una lunga carriera da videomaker ed un paio di lungometraggi mediocri, sfrutta per buona parte del film l’idea piuttosto originale alla base del soggetto, centrato sulla enigmatica figura dell’uomo in fuga più che sulla convenzionale “caccia”, ma col passare dei minuti perde quella capacità di costruire pathos che aveva minuziosamente guadagnato introducendo con cura i personaggi e le loro dinamiche. Così, tanto più chiare risultano le intenzioni del fuggitivo e le debolezze della trama, tanto meno il film riesce a mantenere la sua presa sullo spettatore, finendo col diventare una sorta di parodico j’accuse nei confronti della proverbiale prepotenza americana.

Ben altro registro ma un simile andamento contraddistinguono Frank, dell’irlandese Lenny Abrahamson. Stavolta il totem attorno al quale la vicenda si sviluppa è Michael Fassbender, che interpreta il frontman mascherato di una bizzarra band musicale dal nome impronunciabile. In questa scelta si cela la vera ragion d’essere del gruppo, che secondo le intenzioni della cofondatrice Maggie Gyllenhaal deve rifuggire dalla popolarità: una scelta in controtendenza, ma indispensabile per proteggere il fragile Frank, del quale la donna è ovviamente innamorata. L’arrivo di un nuovo musicista (Domhnall Gleeson), giovane ed ambizioso quanto privo di talento, metterà tutto in discussione.
Anche il film di Abrahamson, come il thriller made in Germany di Corbijin, riesce a funzionare in modo eccellente solo fino al momento in cui la narrazione arriva ad una svolta: la storia implode insieme al suo geniale protagonista quando entrambi sono costretti a confrontarsi con un contesto più complesso di quello idilliaco della “comune” nella quale si svolge tutta la prima parte. È proprio in quel momento che il film potrebbe fare il suo salto di qualità, elevandosi dal semplice status di originale divertissement per diventare qualcosa di più, ma invece perde forza e credibilità come i suoi amati Soronprfbs (questo è il nome del gruppo), che lontani dal loro habitat naturale vedono la semplice promessa di popolarità come una sicura condanna a morte. In particolare Frank si rivela in tutta la sua fragilità, dovendo confrontarsi con i demoni del suo passato che lo avevano costretto a nascondersi dal resto del mondo, dietro quella maschera buffa ma allo stesso tempo inquietante che sfoggia misteriosamente dall’inizio del film.
Il conciliante finale, con una memorabile esecuzione di “I love you all”, fa perdonare però molte delle incertezze della storia.

L’eroina di Due giorni, una notte non deve braccare terroristi, né confrontarsi con le insicurezze della celebrità: più prosaicamente, Marion Cotillard deve cercare di sopravvivere. Il direttore della azienda in cui lavora ha infatti posto i suoi dipendenti di fronte ad un terribile ultimatum: decidere con una votazione se accettare un bonus in denaro o utilizzare quei fondi per riassumere la donna, assentatasi per motivi di salute. I due giorni ed una notte del titolo sono quelli durante i quali i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne seguono la protagonista nel tentativo di convincere i colleghi a votare in suo favore; si tratta di una odissea commovente, a tratti straziante, un viaggio nell’animo umano condotto dagli autori francesi senza lasciare spazio al giudizio: anche gli interlocutori più ostili hanno la loro dignità.
Marion Cotillard domina la scena dal primo all’ultimo istante, con una interpretazione convincente e matura, dando prova ancora una volta del suo incredibile eclettismo che la rende in grado di spaziare dai blockbuster americani di Nolan fino ai film intimisti della natia Francia. Grazie alla naturale empatia che provoca nello spettatore, riesce ad introdurlo in uno spaccato di durissima, cruda, realtà con efficacia maggiore di quanto avrebbe potuto fare anche il più ispirato dei documentari; si esce dalla sala con qualche certezza in meno, ma con un pizzico di fiducia in più nell’umanità.

La spia – A Most Wanted Man, di Anton Corbijn.
2014 (USA, Germania, Regno Unito), 121’
uscita italiana: 30 ottobre 2014

Frank, di Lenny Abrahamson.
2014 (Regno Unito, Irlanda), 95’
uscita italiana: 13 novembre 2014

Due giorni, una notte (Deux jours, une nuit), di Jean-Pierre e Luc Dardenne.
2014 (Belgio, Italia, Francia), 95’
uscita italiana: 13 novembre 2014


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