LA SPIAGGIA DELLE ANIME di ROBERTO ALBA

Da Carlo Deffenu
 Alla vigilia del Natale forse abbiamo già fatto tutti i conti con il dramma dei regali. Pellegrinaggi infiniti per trovare il dono giusto per la persona giusta. Resta il fatto che un libro è uno dei regali più economici per fare "bella figura" in questi momenti di crisi e sfiducia. Con un libro si può regalare, non soltanto qualche ora di svago, ma anche un biglietto per viaggiare in luoghi lontani, esotici, fantastici...avvolti dal sogno e dal mistero. Questo è quello che mi è capitato comprando e leggendo il libro d'esordio di un autore da tenere d'occhio: Roberto Alba con il suo romanzo "La spiaggia delle anime". Con 7,90 euro ho fatto non solo un salto nel tempo, ma sono salito anche su un veliero per visitare un'isola con qualcosa di magico sotto il pelo delle sue acque cristalline. E' un romanzo giallo...ma la definizione è limitante. C'è il mistery, l'avventura, l'horror e la tenerezza dei sentimenti...persi e ritrovati.C'è Valerio, un giovane avvocato divorzista, che parte verso l'arcipelago greco per scappare (e indagare) su delle strane allucinazioni che lo angosciano e lo vedono protagonista di un oscuro passato tra le strade di Rodi. C'è un alto ufficiale, ucciso nel 1938 in una stanza d'albergo, e una borsa contenente documenti importantissimi per le sorti dell'imminente conflitto, trafugata dallo stesso assassino. C'è un veliero che trasporta un gruppo di italiani in vacanza nell'Egeo dove pare si nasconda una spia interessata alla borsa con i documenti. E c'è anche una coppia, che sempre nello stesso incantevole scenario, nel 1978, cerca di risolvere i suoi problemi matrimoniali, approdando su un'isola non segnalata nelle mappe dopo essersi salvata da una terribile sciagura. Un'isola con qualche segreto insondabile che potrebbe portare a morte certa chi oserà profanare le sue spiagge. Ho intervistato l'autore per scoprire qualche segreto in più di questo mirabile romanzo. Ciao Roberto, partiamo dall’inizio: com’è nata l’idea di un romanzo così complesso che si muove su tre linee temporali apparentemente slegate e indipendenti? È un’idea folle, nata per una casualità improvvisa. Presso un negozio d'antiquariato avevo da poco acquistato un libro edito nel 1934 dalla Bompiani “Scoppierà la guerra in Europa?” del premio Pulitzer H. R. Knickerbocker, corrispondente di guerra in Germania e noto giornalista dell’epoca. Combinazione ha voluto che nello stesso periodo terminassi la lettura di un testo scientifico appassionante: “La sindrome degli antenati” della ricercatrice francese Anne Ancelin Schützenberger. È stata una miscela esplosiva. Immaginare che dei ricordi potessero essere trasmessi tra generazioni, tra eventi lontani nel tempo e legati da un fatto inquietante, ha fatto scattare la scintilla, l’idea di una storia, di un giallo senza i rigidi schemi del genere. Storia, mistero, psicologia, amore, sono gli ingredienti del mio romanzo “La spiaggia delle anime”, in libreria in questi giorni. La prefazione di Giuliano Pasini, parlando del tuo romanzo, cita nomi come Crichton, Lovecraft…Omero. Un’investitura impegnativa che farebbe tremare i polsi di chiunque. I tuoi riferimenti letterari sono proprio quelli o si diversificano in qualche modo dalle vette indicate da Pasini? Mamma mia! L’amico Pasini ha sistemato Omero in un angolino, e il riferimento è nel mito greco che circonda il “mistero”. Indubbiamente Crichton e Lovercraft sono tra i miei autori preferiti anche se le mie letture spaziano tra generi molto diversi. Leggendo il romanzo ho pensato a tre parole chiave: mistero, amore, infinito. Cosa ti suggeriscono queste tre parole…tre immagini…solo tre immagini? Mistero = Penso a un orizzonte, oltre l’orizzonte, cosa c’è oltre.Amore = Penso a un punto di domanda, al dubbio, a una necessità che spesso è illusione. L’amore dovrebbe sopraggiungere solo se si è amati. È quando persiste che fa male. La più grande sofferenza del genere umano sta in ciò che dovrebbe renderli felici: l’amore! Il punto di domanda ci sta bene.Infinito = penso al mare. Per me il mare è il senso dell’infinito, è così indecifrabile, calmo e impetuoso, è vita e morte, è infinito nelle sensazioni che riesce a trasmettermi. Una delle cose che colpisce il lettore è la perizia e la precisione dei riferimenti anche più banali. Un orario di treno, il nome di una stazione…anche nei riferimenti geografici e storici. Quanta è stata lunga la fase di preparazione e di studio e quanto quella di stesura vera e propria dell’opera? Sono state diverse le letture che mi hanno aiutato ha costruire la struttura storico culturale del romanzo. Mi hanno impegnato per circa tre mesi, la stesura del romanzo altrettanto. Molte informazioni non le ho utilizzate, ma le ho lasciate solo trasparire in alcune parti del romanzo. Non vorrei svelarvi il mistero del contenuto della “valigetta” ma, non sono documenti tanto immaginari come si potrebbe pensare. Quando la guerra terminò e gli alleati ebbero accesso ai documenti segreti fascisti… Non continuo, non posso svelarvi il mistero che è frutto di un fatto storico accertato. Tra tutti i personaggi che animano il tuo romanzo…in quale ti riconosci di più? E tra le tante donne – alcune bellissime - a chi avresti offerto una cena per conoscerla un pochino meglio? Valerio, il protagonista principale, il cinico avvocato, lo amo all’infinito! Così antipatico all’inizio del romanzo che il termine “odioso” potrebbe risultare un complimento. Nel romanzo ci sono donne bellissime, complicate, affascinanti, ma una su tutte spicca per profondità: Luisa. Ma non è lei che inviterei a cena, non è neanche la dolce Vittoria… Inviterei Linda, la segretaria… ma lascio al lettore dare un perché alla mia scelta! Sei mai stato a Rodi? No! E come ho fatto? Semplice. Ho comprato diversi testi turistici su Rodi, ho scaricato decine di ore di filmati “vacanzieri” da youtube, e poi foto, ho visionato centinaia di foto. Mi sono immerso come un turista virtuale in ogni angolo dell’isola. Mi mancavano i profumi e la luce, ma quelli li conoscevo. Vivo in un’isola. La Sardegna ha qualcosa di magico che la lega a ogni terra che si affaccia al mediterraneo. Nel romanzo descrivo anche un fatto curioso, una pietanza. Lo stesso profumo, lo stesso modo di prepararlo, la stessa convivialità che lega le persone attorno a una tavola, per me Rodi è “casa”. Il simbolismo dell’isola per un autore sardo…c’è o è solo…un mito? C’è! L’essere isolani ci da la possibilità di aggiungere dei limiti e di rinchiuderci in gabbie emozionali utili per riuscire a esprimere sensazioni piene. Abbiamo il mare, che è l’infinito, che è la nostra catena, ma è anche la libertà di affrontare il mondo. Affrontare il mare non è superare una montagna e andare oltre, è qualcosa di più grande. Attraversare il mare è una conquista, è tagliare una legame, che rimane presente sempre, che si ostina a presentarci il conto ogni giorno della nostra vita. L’essere Isolani ce lo portiamo dentro e io in modo particolare, in ogni storia che scrivo c’è un pizzico del mare della mia terra, una parte di me. C’è una frase nel romanzo che esprime questo sentimento: “Attraversòpaesicheconoscevasolo pernome,perché,ancheseerasardo,eraunocheaveva lasuaterra nelsangue,manonnegliocchi.” Ci racconti come sei arrivato alla pubblicazione? Con il torneo IoScrittore del gruppo editoriale Mauri Spagnol. Il romanzo “La spiaggia delle anime” è arrivato in finale nell’edizione 2011 e pubblicato in ebook. Ma la pubblicazione in ebook, oggi in Italia, copre solo una piccolissima parte del mercato. Ogni cento libri venduti si scarica un ebook, anche meno. Così è iniziata la mia ricerca di un editore che volesse pubblicare il romanzo in modo tradizionale. Dopo alcuni rifiuti (Il romanzo era già edito pubblicato in ebook) ho incontrato Alessio Billi, direttore della nuova collana Crimen della Gremese Editore. Gli ho proposto il romanzo, cercava un giallo contaminato dal mystery, qualcosa di particolare. Ecco, mi sono detto, mi sa che il mio è folle abbastanza! Dopo 4 settimane mi ha chiamato l’editore: Vogliamo pubblicare il tuo romanzo, esci dopo Van Dine con Philo Vance e il delitto al castello, eEdgard Wallance con Gli Inesorabili. Due mostri sacri del giallo classico! La tua passione quando nasce e dove e quando ami scrivere? Ho scritto sempre. Ma mai così intensamente come negli ultimi 5 anni. Ho molti romanzi chiusi dentro il cassetto. Iniziano a prendere aria! Dopo la spiaggia delle anime, uscirà, spero a giugno, un romanzo che io adoro. Il personaggio principale è veramente speciale, fuori dal comune e… molto originale. Devo dire grazie alle editrici di Voltalacarta per aver creduto in questa mia nuova opera folle! Perché le mie storie non sono normali! Quanto metti di te in una storia? Riesci a distaccarti o qualcosa scivola sempre tra le righe? Qualcosa scivola, è inevitabile. Credo che in questo romanzo ho esagerato. Mi sono infiltrato in modo subdolo J La tua prima memoria culturale? Mio padre. Lui è la persona che mi ha spinto involontariamente dentro la lettura, dentro lo scrivere, dentro l’invetar storie per compiacere agli amici. La passione di raccontare, di inventare, di scoprire la devo a lui. Èlui che mi comprava Salgari e poi me li leggeva, anche se, ho scoperto dopo, le storie le inventava, per lui erano poco originali! Voglio raccontarti un aneddoto. Ero in terza media. Mio padre ai colloqui. La professoressa di Storia: Signor Alba, suo figlio studia, è preparato, ma dovrebbe stare più attento. Inventa troppo! Biografia in una playlist?  Nella mia vita la musica ha un ruolo importante. Da ragazzo mettevo queste canzoni all’infinito. I dischi li prendevo in “prestito” da mio zio. Due canzoni che hanno segnato la mia vita. E come per tutte le cose c’e sempre un perché."Please Mr. Postman" - The Beatle 
ma c’era questa che mi faceva uscire di testa "Tema" – I giganti     penso che quest’ultima canzone sia la colonna sonora della mia vita… il destino è strano Cosa stai leggendo in questo momento? Sono un lettore multitasking. Ho tre libri sul comodino:“Il sotterraneo” di Stephen Leather“Miele” di Ian McewansTutti i racconti di Gabriel García Márquez Mai compiuto illegalità nel nome della cultura? Sì. Ho riparato un e-reader a un amico. Mi sono copiato tutti gli ebook che aveva! Ma l’ho fatto a fin di bene, metti il caso che li perda tutti! J Cosa odi e ami del web? Amo la possibilità di conoscere e contattare centinaia di persone. Amo l’informazione immediata. Amo la possibilità di interagire in modo veloce con persone dall’altro capo del mondo. Odio il Web che ti toglie la solitudine ma ti rende “solo. Ti toglie gi amici veri che diventano nick mischiati tra la folla. Ti toglie dalla realtà e ti fa precipitare in un mondo che all’apparenza è immenso, ma nella sostanza è piccolo e molto meno efficace del contatto diretto. Voglio farti un esempio: La mia prima presentazione. Rispondere “sì” a un invito su internet è semplice è informale, non da la reale misura del gesto. Rispondere sì a una telefonata è un’altra cosa. Così ho fatto. Gli amici li ho chiamati… Un gesto politico importante? La politica in Italia è mestiere, non impegno civile. Un gesto importante è dopo due legislature a casa e lavorare. Niente pensione a vita, ma contributiva come per tutti i cittadini! La frase scusa preferita? Non ho capito! A 13 anni cosa volevi fare? Il mago! A dir la verità ci ho provato sul serio. Ho scritto un racconto. La prima parte è proprio autobiografica, il resto è pura invenzione. Se ne avete voglia…IL MAGO BUGIARDO
Hai per un giorno il potere assoluto: la prima cosa che fai? Voglio morire d’amore e non solo: Un harem! Se la tua vita fosse un film chi sarebbe il regista? Non uno ma tre: Spielberg perché voglio la magia dei sogni, Hitchcock per il giallo e l’imprevisto, Tinto Brass perché non si vive tra le nuvole. Come spiegheresti a un bambino la parola: felicità? La felicità è in ogni cosa. È quando ci capitano cose straordinarie e dolorose che riusciamo a capire come nella nostra vita possediamo questo dono. Riuscire a intravedere la felicità nelle piccole cose è il nostro destino. Sai piccolo, la felicità non è qualcosa che puoi raggiungere, non è un traguardo, è qualcosa che hai e che devi tenere stretta. Cosa conta più dell’amore? La salute, se manca quella tutto il resto è sofferenza. La tua casa brucia, cosa salvi? Salvo un disco: Tema, un giorno qualcuno ti chiederà, cosa pensi dell’amor! Il mio libro? No, non ha importanza. Ci pensi tu Carlo, a lui? Se dico Italia… cos’è la prima cosa che ti viene in mente? Stivale e calci nel culo. Sono volgare, ma a volte certe parole servono per rendere bene l’idea, non ho voglia di essere frainteso. La volta che hai riso di più? Non saprei, ho il problema che riesco a divertirmi spesso. Ho la risata facile! Una cosa che non hai mai capito della gente? Perché si fascia la testa prima di rompersela. Una cosa che volevi e non hai avuto? L’Harem. Ma, non vorrei sembrare desideroso di chissà quali perversioni. Sono solo curioso di sapere quante ne sarebbero rimaste dopo avermi visto! Un consiglio che non hai dimenticato? Prima di costruire la fabbrica, preoccupati di vendere la merce. È una frase di mio padre. Per me è un consiglio che cerco sempre di non disattendere in tutte le cose importanti della mia vita. Descriviti con cinque parole. No, non posso. Con me stesso sono troppo indulgente, non riesco a mentire. Cosa guardi in tv e cosa odi della tv? Disney Channel, sono un esperto, partecipo anche ai concorsi. Ho una figlia di undici anni!
Quando va a nanna mi rilasso: Discovery Chanel, documentari, e Film, amo i film!
Odio i dibattiti, mi fanno star male, non trovo niente di buono, mi sale la nausea.
Una frase che ti rappresenti? La vita è tutto quello che ti capita mentre pensi ad altri progetti (J. Lennon) Quanto conta il sesso nella vita? Ok, ho capito, vuoi sapere veramente dell’Harem? Lo confesso, non è che voglio conoscere quante di loro scappano nel vedermi, ma quante alla volta salgono in camera! Il senso più importante? La vista… Se avessi il buio intorno a me si spegnerebbero le mie storie. Il film animato e la serie tv più amati da bambino? Biancaneve, tifavo per la strega. La serie tv…Jeeg Robot d'Acciaio    E poi il geniale “Capitan Harlock” - il suo teschio è una bandiera che vuol dire libertà! 
Cosa c’è sempre nel tuo frigo? Niente. Non riesco mai a trovare qualcosa. Gli oggetti commestibili svaniscono. Ho due figlie e un frigo senza lucchetto! Una cosa stupida che non riesci a smettere di fare? Fumare! Accidenti devo smettere. Il vero lusso è? Aspettare. Progetti futuri? Scrivere. Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni? Tre nomi. Bene, a questa domanda mi sono preparato una risposta da lungo tempo.Mio nonno Panfilo, è morto l’anno che sono nato, deve raccontarmi un sacco di cose.Einstein, deve spiegarmi due cosette che non ho ben capito.Marilyn Monroe, voglio vedere se dal vivo è veramente così bella. Se alzi gli occhi al cielo cosa vedi? Le stelle che il piccolo Ulisse sogna… ma questa è un’altra storia.  Grazie a Roberto Alba per averci regalato la prima intervista multimediale...infarcita di video, musica, racconti e ricordi.  

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