La spina del Diavolo

Creato il 20 febbraio 2011 da Flavia
Locandina de 'La spina del Diavolo'

La spina del Diavolo (El Espinazo del Diablo)

Regia: Gilliermo del Toro

Cast: Federico Luppi (Casares), Eduardo Noriega (Jacinto), Marisa Paredes (Carmen), Fernando Tielve (Carlos), Íñigo Garcés (Jaime)

Trama: Spagna, 1939, la guerra civile spagnola e nel pieno della sua ferocia. La storia ha inizio in un orfanotrofio nel mezzo della campagna che, sebbene sembri essere lontana da tutto, non è distante dalla guerra e dai suoi orrori. La sua presenza più inquietante è una bomba inesplosa che giace nel cortile dell’edificio, la quale, anche se disattivata è il monito che nessun luogo è mai sicuro.

Un bambino, Carlos, appena arrivato all’orfanotrofio, diventa subito la vittima di Jaime, altro orfano violento e cattivo, che è deciso a rendergli la vita un inferno. Come se i soprusi del compagno non bastassero, a complicare tutto ci penserà Santi, fantasma di un alunno scomparso misteriosamente anni prima e che si aggira nella scuola disperato. Santi non sembra essere visto dagli adulti a cui Carlos chiede invano aiuto, mentre, tra i bambini, il fantasma semina il terrore Particolare non da poco: il fantasma è apparso dopo la caduta dal cielo della bomba… Senza che lui lo voglia, Carlos sarà gettato nella realtà della guerra e del soprannaturale, che si manifesta perfino alla luce del sole. I confini di queste due realtà non sono mai del tutto definiti e la scoperta finale della verità lascerà l’amaro in bocca.

Recensione.

Girato nel 2001, comparso nel 2006, come un fantasma, un po’ sospeso nell’oblio e senza far tanto clamore come il suo compagno ‘La foresta del Fauno’, che precede e con il quale crea una trilogia non ufficiale – il terzo ancora non è uscito, purtroppo.

Ci sono due ‘storie’ raccontate nel film: quella reale, che si svolge all’interno delle mura dell’orfanotrofio, molto banale e quasi scontata alle volte e una nascosta, inquietante, come un fantasma che tira i fili degli avvenimenti e porta alla risoluzione finale del film.

È difficile fare una recensione coerente per questo film, perché è formato da più livelli di comprensione e si linguaggio, ognuno dei quali ha un messaggio da esporre, e lo fa magistralmente, riuscendo a creare una trama dove i temi della redenzione e della vendetta, permeano tutta la pellicola.

Sì, perché credo che questo sia il messaggio delle due pellicole di Gilliermo del Toro: redenzione e vendetta.

Ne ‘La spina del Diavolo’, la redenzione è per il male compiuto nei confronti di chi è innocente e non può difendersi, ed essa avviene nella realtà, attraverso la vendetta più violenta e crudele.

Non esistono confini definiti nel film: il bene e il male non si riescono a distinguere alcune volte, così come i personaggi sono uomini con tutti i loro difetti, il loro carico d’errori, e di peccati; anche i bambini, anzi, proprio loro, descritti come angeli e creature buoni, nel film perdono questa loro maschera per diventare specchi del passato che li ha formati come persone: crudeli, egoisti, incattiviti.

I fantasmi sono sempre presenti, anche quando la telecamera non li mostra, non è un film da urli disperati ma ogni scena infonde paura e ansia in crescendo. Il regista riesce a far percepire il soprannaturale anche senza mostrarlo direttamente, puntando sul non detto, sul non visto con una fotografia dai colori dell’ocra che rende alla perfezione l’atmosfera arida del deserto, costante presenza in tutta la storia con la sua presenza ingombrante e soffocante.

Altro particolare è il ruolo dell’acqua nella pellicola che sembra avere poteri terapeutici legati a lontane credenze popolari e il fantasma sembra muoversi nell’acqua, protetto e imprigionato da essa, ma è l’immagine di un feto immerso in un liquido color dell’ambra che apre la prima scena del film a segnare la storia, e a creare fin da subito l’atmosfera in cui si muovono i personaggi.

‘La spina del Diavolo’ è uno dei film migliori di Gilliermo del Toro, non è facile da vedere, anche perché come ho accennato la trama principale è quanto di più scontato si possa immaginare – i ragazzini sono la speranza per salvare tutti, gli adulti sono corrotti e cattivi e vanno fermati – tuttavia la storia si evolve e sviluppa secondo parametri molto meno prevedibili che conducolo lo spettatore fino al finale che lascia senza parole.

Frasi.

“Sangue, lacrime, acqua, un feto immerso in un liquido che sembra ambra…

La bocca non può tacere quello che il cuore grida.

“Che cos'è un fantasma? Un evento tragico condannato a ripetersi ancora e ancora”


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