Publio Ovidio Nasone nacque a Sulmona nel 43 a.C, all'epoca del grande Augusto. Roma in quel periodo stava vivendo un periodo di pace e prosperità; l'imperatore amava circondarsi di illustri letterati, tra cui il "Vatae" Virgilio.
Esprime sì i gusti del suo tempo, ma in maniera totalmente originale, contravvenendo spesso alle stesse volontà del suo signore.
Una delle sue primissime opere, gli "Amores", segue il filone poetico precedente, specialmente Tibullo e Properzio che si deliziavano scrivendo liriche d'amore. Ovidio tuttavia capovolge ogni aspetto principale di questo genere: il poeta non offre più alcun servizio d'amore, non è schiavo della sua donna e il gioco di seduzione vale fino al cedimento della fanciulla, dopodiché è lecito cambiare vittima.
Non c'è una figura femminile preponderante, non ci sono struggimenti e sofferenze, ma solo una forte e stringente ironia, un passionalità colorita da mille intrighi e mille sotterfugi per conquistare l'amata.
Vivace e ironico e' anche nell' "Ars Amatoria", in cui egli elargisce consigli su come conquistare una fanciulla, scherzando sulle abitudini di entrambi i sessi, ridicolizzando il tipico corteggiamento.
E' facile dedurre quanto scandalo potessero causare queste opere all'epoca augustea, un periodo in cui si cercava con fermezza di allontanare le abitudini orientali, molto più lascive rispetto al rigore romano. Ovidio, unico nel suo genere, ha un carattere libertino, provocatorio e spregiudicato, che gli costo l'esilio dalla capitale.
Altra opera di grande potenza è le "Heroides", a sfondo mitologico, in cui si designa una raccolta di lettere poetiche scritte da donne famose, abbandonate o lontane da mariti e amanti: c'è la voce di Penelope, Didone, Fedra, donne sole e sofferenti, che esprimono il rammarico per la loro condizione.
E' un opera assolutamente originale, unica nel suo genere, in cui il poeta latino esprime una spiccata sensibilità e la capacità di penetrare l'animo femminile, di capire la psicologia delle sue eroine.
Ma l'opera fondamentale, senza la quale molti componimenti successivi sarebbero impensabili (basti pensare a Dante,Alfieri, Leopardi,) sono "le Metamorfosi". Si tratta di una serie di storie a sfondo mitico, indipendenti tra loro, ma collegate da un tema.
La sapienza narrativa di Ovidio si rivela nel modo in cui accosta le storie dal contenuto differente, accomunata da episodi comici, vicende di battaglia o amori felici o infelici. in questo modo si crea un unicum, un ciclo continuo e ininterrotto, che imita l'andamento del mondo in cui egli vive: un mondo dalle mille sfaccettature, pieno di intrighi e contraddizioni che il poeta conosce e da cui trae lo spunto per ogni sua opera.
Nell' 8 d.C, quando l'autore è all'apice della sua carriera, Augusto lo relega sul mar Nero, esiliandolo da Roma forse per lo scandalo che lo collega a Giulia, figlia dell'imperatore che aveva una relazione con una donna.Ovviamente i precedenti componimenti sull'amore sono un espediente per incolparlo.
Sono,infine,proprio i "Fasti" e i "Tristia", ad avere un carattere ancora più anticonformista. Autore controverso e interessante Ovidio è una delle personalità più avvincenti ed affascinanti di tutta la letteratura.
Antonia GaliseArticolo originale di Sentieri letterari. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.