Forse non ho riflettuto abbastanza. Magari ho letto troppo di fretta, ma quando Hole è arrivato alla soluzione del caso mi è sembrato un piccolo genio uscito da un lampada. Più geniale ed intuitivo del solito. Così mi è sembrato Hole nel risolvere un altro di quei casi che lo porteranno sotto ai riflettori, volente o nolente, come accaduto qualche tempo prima.
Ne La stella del diavolo Hole è alle prese con delle morti apparentemente casuali ma legate, così intuisce che sia, da una logica piuttosto precisa. Troppo precisa, a dire il vero.Saranno proprio l'eccessiva precisione ed i calcoli troppo perfetti ad insinuare il dubbio nella mente di un Harry Hole sempre più in preda ai suoi demoni interiori. Demoni che non vogliono mollare la presa fino alla fine. Che lo tengono in pugno, lo torturano, lo inducono a cadere sempre più in basso.
Anche stavolta Nesbø mostra tutte le fragilità del suo personaggio di punta aggiungendo qualche elemento in più alla sua descrizione. Una descrizione che, da un'avventura all'altra, permette al lettore di prendere confidenza con quell'uomo altro, robusto, non bello a dire il vero ma carico di un fascino tutto suo. Un uomo che combatte per la giustizia ma che combatte anche per liberarsi delle ombre che si allungano sulla sua vita e che sembrano non volerlo mai abbandonare.
Anche stavolta lavora in coppia con una donna, con Beate, che però resta un personaggio secondario. Hole lavora fondamentalmente da solo pur avendo l'aiuto di persone che lo stimano, nonostante tutto. Persone che si mettono in gioco per lui e con lui, fondamentali per la riuscita dell'operazione.
In 471 pagine Hole si trova alle prese con un serial killer che lascia dietro di se dei segnali molto chiari. Troppo chiari, a ben guardare. Allo stesso tempo tenta di chiudere un caso oramai considerato vecchio, ma per lui mai dimenticato: la morte della sua collega Ellen. Un chiodo fisso. Un'ossessione rispetto alla quale Hole è convinto di avere delle risposte alle quali mancano solo delle prove.Un doppio impegno, dunque, per Harry: scovare l'assassino seriale e provare la colpevolezza di un collega, coinvolto nel caso della morte di Hellen ma impelagato anche in qualche cosa di molto grande.
Anche se con qualche forzatura, con un'eccessiva accelerazione nella parte finale del libro e con una confessione completa da parte del colpevole che sembra troppo facile per essere vera, Hole mi piace. Le sue avventure mi catturano e non vedo l'ora di arrivare alla fine.Sarà un controsenso ma, seppur in preda ad un gran mal di testa, quando ho visto il libro sulla mensola della finestra del bagno e stavo preparandomi per andare a letto non ho resistito: l'ho preso tra le mani ed ho letteralmente divorato gli ultimi capitoli. Mal di testa passato!
Ah, dimenticato. Harry è impegnato anche in un terzo fronte. Quello della sua inquieta vita personale, con i suoi affetti, il suo futuro. Un bell'impegno anche questo, una donna che lo ama ma non riesce del tutto ad accettare le sue scelte, un figliastro che si troverà suo malgrado immischiato in uno dei momenti più difficili della storia.
Chi mi segue oramai si sarà stancato di sentirmelo dire. Harry Hole è un personaggio che mi piace, con il quale mi sembra di essere in sintonia (se così si può dire tra lettore e protagonista di un libro), mi intriga e mi emoziona con i suoi alti e bassi. Molti bassi, spesso. Troppi. Tanto da farmi quasi compassione. Poi si riscatta. Sempre e comunque! Questo va detto.
Con questa lettura partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori e mi metto subito alla caccia del libro successivo, L'uomo di neve, che sarà presto mio!