Titolo originale: The Diviners
Autore: Libba Bray
Traduttore: D. Rizzati
Editore: Fazi Lain
Pagine: 585
Data di pubblicazione: 12 Ottobre 2012
ISBN: 9788876250828
Prezzo: 14.90 €
Sinossi:
New York City, 1926. I vetri dei grattacieli risplendono dei bagliori di mille feste animate da balli sfrenati a ritmo di charleston e dal tintinnio delle perle sui vestiti luccicanti. L'alcol scorre a fiumi nonostante i divieti e, a giudicare dall'effervescenza di Manhattan, il mondo sembra destinato a un futuro radioso. E qui che in seguito all'ennesima eccentricità viene spedita dai genitori l'irriverente Evie O'Neill, una ragazza dell'Ohio che non aspetta altro che tuffarsi tra le infinite possibilità offerte dalla metropoli. A ospitarla è lo zio Will, un professore, parente dei Fitzgerald, che dirige il Museo Americano del Folklore, delle Superstizioni e dell'Occulto, detto anche Musco del Brivido: un luogo magico dal fascino decadente, che custodisce nelle sue teche e tra i suoi bui corridoi le tracce del retroterra misterioso dell'America. Ma quando lo sfolgorio della città viene oscurato da una serie di delitti a sfondo esoterico, New York precipita in un vortice di paura ed Evie, che da subito assiste lo zio nella consulenza alla polizia, è chiamata a collaborare alle indagini, anche per quel suo dono di vedere il passato delle persone toccando un oggetto a loro appartenuto. Muovendosi tra fumosi jazz club e bassifondi urbani, scintillanti negozi e sale spettrali, la ragazza s'inoltrerà insieme a molti compagni di strada in un gorgo di eventi evocato dal passato, e che nel passato dovrà essere ricacciato, pena il sopravvento di un antico male oscuro.
Se devo essere sincera, qualche tempo fa non avrei mai letto questo libro, lo avrei decisamente snobbato partendo dal presupposto che "questo genere non fa per me". Però, da quando ho iniziato a scrivere questo blog e a seguire più assiduamente altri blog che trattano di libri, mi rendo conto di aver voglia di allargare i miei orizzonti letterari, avventurarmi fra le pagine di nuovi generi e sperimentare.
E così, dopo aver letto varie recensioni di questo romanzo, la sua trama e alcune pagine in libreria prima di acquistarlo, mi sono convinta ed eccomi qui, contenta dell'esperimento.
La Bray ci racconta la storia di Evangeline O'Neil, giovane ragazza ribelle e anriconformista dei primi del '900, che se ne frega del proibizionismo, del bon ton, del "sei una ragazza e devi comportarti così". In più Evie ha un dono: riesce a laggere il passato delle persone tenendo nelle sue mani un oggetto che appartiene a loro. E' proprio questo dono che la mette nei guai in Ohio, dove vive, e viene spedita a New York dallo zio finché le acque non si saranno calmate.
Se per i genitori questo allontanamento è l'unico modo per poter evitare una denuncia alla figlia, per Evie è un regalo inaspettato: poter vivere a New York, la città dalle mille luci e dalle mille oppurtunità è un sogno che diventa realtà e il pensiero di avere la città a sua disposizione è eccitante quanto scappare di notte dall'appartamento dello zio Will per partecipare ad una festa.
Ma sulla collina di questa sfavillante città c'è qualcosa che si sta muovendo, che sta acquistando forza ed è pronto a tornare per far rivivere un culto che si pensava scomparso da tempo.
L'ho iniziato ed ero un po' scettica perché poteva essere l'ennesima boiata che mescolava occulto e paranormale usando una scrittura buttata lì e poco coinvolgente, invece mi sono ritrovata tra le mani un libro coinvolgente e potetente, scritto molto molto bene, con un linguaggio ricercato e curato.
Se si cerca su internet si vedrà questo libro classificato con un Young Adult (ecco il motivo del mio scetticismo), ma secondo me questa definizione è riduttiva: è vero che la protagonista è un'adolescenta viziata, egoista ed egocentrica, però non è scritto in modo semplicistico, non si parla di storie d'amore sdolcinate e adolescenziali, di problemi giovanili e litigi tra amichette e fidanzatine.
Ammetto di non aver mai letto altri romanzi di questo genere, a parte la saga di Twilight, e non si posso paragonare, né come storia raccontata né come tipo di scrittura.
La saga delle Meyer l'ho letta prima che diventasse così famosa e mi ricordo che si era lasciata leggere, però era davvero una storia semplice e fine a se stessa; questa è ben strutturata e coinvolgente e, sebbene si parli di sette e sovrannaturale, il romanzo non è banale e ricco di luoghi comuni.
Insomma, a me è piaciuto e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Però, ebbene sì, c'è un però, l'ho trovato un po' lungo (quasi 600 pagine) e spesso ho fatto un po' fatica a seguire tutte le storie dei tanti personaggi che l'autrice ha inserito in questo libro.
Nonostante questo, se amate il genere, non lasciatevelo sfuggire.