Feta è una piccola impresa che produce appunto la feta. I suoi amministratori sono ambiziosi, per cui vanno da Hans e Francois, il loro banchieri di fiducia, e chiedono di aderire all’ “Accordo Speciale per Debitori Affidabili” che assicura bassi tassi di interesse. Anche se Feta è una società poco solida e con un merito creditizio piuttosto scalcinato, Hans e Francois l’aiutano, chiudendo un occhio su certe poste piuttosto stravaganti nel bilancio e sul debito pregresso. Così Feta entra nell’Accordo.
Le cose vanno bene per diversi anni, Feta piazza obbligazioni a tassi irrisori alle banche partecipanti all’Accordo e sembra crescere a ritmi mai visti. Nessuno ricorda i trucchetti contabili e nessuno si chiede se Feta potrà mai rimborsare i suoi debiti.
Un giorno però si scopre che i conti degli amministratori di Feta erano truccati e nessuno vuole più prestare un centesimo alla società.
Allora Hans e Francois propongono una ristrutturazione, prendendo in carico buona parte del debito di Feta, e anzi riversandone un po’ sui loro 18 soci dell’Accordo, compresi quelli che con Feta non avevano mai avuto a che fare. Questi accettano senza farsi troppe domande per non dover mettere da parte l’Accordo Speciale per Debitori Affidabili.
Ma Hans e Francois non si fidano di Feta, così prima di firmare il contratto impongono un cambio ai vertici della società e un programma di risanamento aziendale che prevede pesanti tagli alle spese e licenziamenti. Secondo Hans con questo programma la società tornerà a crescere e quindi potrà rimborsare i prestiti.
I nuovi amministratori di Feta, tra i quali molti amici intimi di Hans, fanno quello che chiedono Hans e Francois. Ma la società, invece di risanarsi, vede il suo debito crescere di nuovo a dismisura, annullando l’effetto della ristrutturazione, e il fatturato crolla a causa degli errori contenuti nel programma.
A questo punto i soci di Feta cambiano il consiglio di amministrazione e cacciano gli amici di Hans e Francois.
I nuovi amministratori chiedono ai due banchieri di rivedere il programma di risanamento e di aderire ad una proposta di ristrutturazione piuttosto light.
Francois è un po’ titubante (in tutti questi anni ha sempre fatto quello che gli diceva il suo socio) mentre Hans è determinato: niente sconti. I nuovi amministratori insistono, insistono, insistono e Hans acconsente a un nuovo prestito per pagare il vecchio prestito. Si sa che Hans è un tipo generoso. Però il banchiere dice che sbloccherà l’esborso a condizione che Feta continui ad applicare, e addirittura ad intensificare, il vecchio programma di risanamento che ha peggiorato i conti di Feta.
Nel frattempo Hans e Francois riescono a fare in modo che giornali, tv, commentatori, diano la colpa del secondo crack di Feta ai nuovi amministratori, che sono lì da pochi mesi e chiedono solo di evitare di ripetere gli stessi errori dei loro predecessori.
Gli esperti di economia impazzano sui media e sui social, tutti all’unisono dicono: “Cacciate quel nuovo commercialista che va in banca con la motocicletta, ci dà ai nervi! E’ sua la colpa di quel che sta succedendo!”
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