Origine: Giappone
Anno: 2013
Durata: 137'
La trama (con parole mie): un vecchio tagliatore di bambù sempre intento a lavorare tra le montagne si imbatte un giorno in un germoglio dal quale nasce una piccola bambina dall'aspetto di una principessa, che l'uomo coglie come un segno degli dei e decide di allevare insieme alla moglie.La piccola, passata dai giorni da neonata all'infanzia in un tempo brevissimo, pare crescere più di tutti gli altri bambini, ed essere legata in qualche modo alle scoperte meravigliose del padre nella foresta: il tagliatore, infatti, scopre oro e vesti, e si convince a costruire un avvenire per la piccola principessa nel cuore della capitale, dove la stessa potrà godere di un destino più grande di quello che potrebbe riservarle la vita agreste.Dunque ricchezze, istruzione, un palazzo a lei dedicato, un codice di comportamento che dovrebbe condurla alla grandezza che le compete paiono porre le basi per un ruolo sempre più importante nella società, nonostante la ragazza sia, di fatto, infelice e desideri con tutto il cuore tornare alla semplicità e alle amicizie dell'infanzia.Cosa accadrà, dunque, quando perfino l'Imperatore mostrerà interesse per lei?
Non sono mai stato troppo bravo, a fare il critico freddamente.Anzi, personalmente detesto i post in cui parlo di film, per quanto ottimamente realizzati, destinati a rimanere sullo schermo, senza entrarmi dentro.Forse perchè sono così legato alla vita e all'esperienza da aver bisogno di sentire necessariamente sulla pelle le sensazioni, i sentimenti, le emozioni.In questo senso, posso tranquillamente ammettere che La storia della principessa splendente è stato un vero e proprio tsunami.Isao Takahata, come il suo socio e co-fondatore dello Studio Ghibli Hayao Miyazaki, ha il potere che pochi narratori, che si parli di settima arte o di qualsiasi altra, possano pensare di possedere: quello di poter raggiungere un pubblico universale, di qualsiasi cultura ed età, e di riuscire nell'impresa grazie alla capacità di trasformare emozioni profondamente umane in favole vere e proprie che è possibile tradurre da molteplici punti di vista.Ma non sono qui a parlare di queste, o della meravigliosa semplicità delle vicissitudini della principessa splendente, dei suoi genitori e dei suoi amici, dei suoi pretendenti, delle sue origini e del luogo al quale farà ritorno, della dichiarazione di Kurosawa che di norma rispolvero quando si tratta del già citato Miyazaki, e che starebbe a pennello anche parlando di Takahata, dei meravigliosi dipinti che accompagnano il pubblico in una delle visioni più semplici, leggere e toccanti degli ultimi anni, che si parli di animazione e non solo.Sono qui per parlare di Agnese, o di quella che avrebbe potuto essere.Lo scorso anno, quando accaddero questi fatti, ebbi appena la forza di chiamare i miei, mio fratello ed il lavoro, per prendermi qualche giorno che ci sarebbe servito per dirle addio quantomeno fisicamente.
Ma non di scriverne, se non per farne un accenno.Dovete sapere che, soprattutto dai tempi in cui superai la timidezza che mi contraddistinse nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza, in qualche modo sono sempre stato uno stronzo egoista: da ingordo di vita quale sono, tendo a godere di quello che ho, di quello che voglio e che desidero, senza pensare troppo alle conseguenze delle mie azioni.In fondo, come scritto in altre occasioni, sono un predatore ed uno scorpione fatto e finito.Solo Julez, nel corso degli anni, è riuscita almeno per alcuni tratti a smussare i miei spigoli e tirare fuori il meglio, e solo il Fordino riesce a goderne appieno, l'unico essere vivente in grado di avermi incondizionatamente, senza che possa manifestare altro se non il mio amore per lui.Quanto, alla fine di aprile del duemilaquattordici, scoprimmo di essere in attesa di un secondo figlio, la gioia fu immensa: non essendo più giovanissimi, ed avendo lottato con il coltello tra i denti per conquistare quello che abbiamo, il fatto che fosse capitato naturalmente e senza alcun pensiero suonava come una liberazione.Ed è suonata così il primo maggio, quando dopo un pranzo in famiglia ne parlammo, in un parco cui mi hanno riportato le montagne dell'infanzia della principessa, ai miei e a mio fratello.E' suonata così nei sogni di Julez, nel suo nome, nei progetti che cominciammo a fare, così come era stato per AleLeo.E' suonata così il cinque maggio, alla prima ecografia, con quel cuore così piccolo che batteva all'impazzata, così piccolo che quasi pareva incredibile.E' suonata così fino al ventotto, quando alla prima occhiata al monitor Julez quasi sussurrò alla ginecologa "Non c'è più, vero?".Ho impiegato fin troppo a capire cosa stava succedendo.Del resto, come il padre della principessa, da uomo si arriva sempre in ritardo.Troppo in ritardo.Anche quando si lotta e si è disposti a lottare fino alla fine.Anche quando i propri desideri, i propri sogni, si sovrappongono a quelli dei nostri figli.E non riusciamo più a capire quale sia la loro felicità, e quale debba essere la nostra.Anche quando si vorrebbe essere portati via con lei, sulla Luna, o ovunque si possa stare insieme.Io ringrazio l'amore che provo sempre e comunque per la vita, la stessa che riserva gioie e tristezze che paiono infinite, per poi riservarne altre ancora più grandi.Ringrazio di essere stato presente, nel bene e nel male. Per me, e per la mia famiglia.Ringrazio il Fordino, che ci ha salvati da un momento cui forse sarebbe stato difficile sopravvivere solo con la sua incontenibile energia.Ringrazio la mia principessa, perchè anche se non c'è più, ed è sulla Luna, trasformata in energia o chissà dove, è sempre con noi.E ringrazio Isao Takahata per avermi fatto soffrire con un film dalla bellezza struggente, che mi fa amare ancora di più il Cinema, la vita, l'esperienza, il dolore e la gioia.Che mi fa amare e basta.Perchè è questo che alimenta la mia voglia di vivere più di ogni altra cosa.Nel meglio e nel peggio.Ed è per questo che da qui dovranno strapparmi via con la forza.O mandare la mia principessa a chiamarmi, dolcemente.
MrFord
"Haven't you heard what's new
there is a rumour
going around that suddenly I've found you
better believe it's true
I got a feeling
this is for real and nobody else will do."Elton John - "Princess" -