Autore: La Redazione
E alle domande di cui sopra cerca di rispondere un monumentale articolo interattivo, firmato da tre componenti dello Shorenstein Center dell’Università di Harvard, John Huey, Martin Nisenholtz e Paul Sagan, che hanno condotto interviste per oltre cinquanta ore di video, e costruito un percorso che si snoda, tra fotografie, testimonianze e riflessioni, dagli anni Ottanta fino all’estrema attualità.
Il titolo dell’ambizioso progetto è Riptide, e la quantità di fonti consultate di tutto rispetto. Dai primi esperimenti con i sistemi Teletext e Videotex, fino all’acquisto del «Washington Post» da parte di Jeff Bezos, il viaggio è lungo e articolato e, per certi versi, può essere “letto” come una storia orale delle notizie.
In questo viaggio, l’irruzione prepotente di Internet con la sua diffusione mondiale capillare, nel giro di pochi anni, non poteva essere trascurata; anche perché questa “rivoluzione” ha posto in essere una nuova serie di domande sui sentieri da percorrere per chi vuole fare informazione. Molte realtà crollano, sotto il peso della Rete e dei nuovi modi di fruizione delle notizie, e tuttavia altrettante, anzi molte di più, nascono e crescono ogni giorno, con fiducia.
È questo, in fondo, il senso di un lavoro come Riptide: dove finisce il vecchio e dove inizia il nuovo?