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La storia di Amanda Boxtel, che torna a camminare grazie ad una stampante 3D

Creato il 21 febbraio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Con una stampante 3D è possibile realizzare un “esoscheletro” personalizzato in grado di far camminare una persona che ha perso l’uso delle gambe.

(ansa.it)

Amanda Boxtel, la donna paralizzata a causa di un incidenti sugli sci (ansa.it)

A metterlo a punto è stata l’azienda statunitense 3D Systems, che ha già testato il dispositivo sul primo di dieci ‘piloti collaudatori’. A inaugurare il dispositivo, spiega l’azienda, è stata Amanda Boxtel, una donna paralizzata dalla vita in giù dal 1992 a causa di un incidente con gli sci. Per ottenere un supporto perfetto la donna è stata ‘passata’ ad uno speciale scanner tridimensionale che ha ottenuto un’immagine estremamente dettagliata del corpo. Ai vari pezzi stampati sono stati aggiunti attuatori e altri dispositivi per il controllo sviluppati da un’altra azienda, la Ekso Bionics.

Il risultato è stato uno scheletro esterno in grado di far camminare Amanda per Budapest, dove è stato presentato il dispositivo durante un evento, che si può adattare a qualsiasi grado di funzionalità diminuita delle gambe. “Questo progetto rappresenta il trionfo della creatività umana e della tecnologia – afferma Boxtel – che si sono unite per restituirmi le mie funzioni in modo sorprendente”.

Le potenzialità delle stampanti 3D, che permettono di diminuire molto i costi di produzione, nel campo delle protesi sono molteplici. Poco tempo fa un’azienda americana ha presentato un braccio artificiale da appena 100 dollari che sta aiutando le popolazioni del Sud Sudan.

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