La storia di Gloria

Da Nina_segretario
LA MIA PERLA.......GLORIA.
Il giorno che ho appreso la notizia che sarei diventata mamma è stato il giorno più felice della mia vita, come i nove mesi trascorsi ad aspettare questa piccola creatura.
Il giorno del parto è arrivato ed io senza rendermi conto di quello che stava succedendo, ho dato alla luce ,con taglio cesareo ,mia figlia.
Salita dalla sala operatoria curiosa di vedere la bambina chiesi all’infermiera se era possibile vederla,ma lei rispose che la bambina era stata trasferita in un altro ospedale perché era nata sottopeso. Io però da quel momento sentivo dentro di me che qualcosa non andava per il verso giusto, mio marito e i miei genitori ad ogni visita che ricevevo si comportavano in modo strano.
Per diversi giorni ho continuato a chiedere cosa avesse la bambina, li accusavo di non dirmi la verità, ma la loro risposta era sempre quella: sottopeso.
Dopo quattro giorni il medico si è seduto accanto al mio letto ed ha iniziato a spiegarmi cosa effettivamente era successo alla bambina.
“Signora, mi spiace ma sua figlia è nata con una malformazione alla spina dorsale,è celebrolesa ed è grave”.
Non scorderò mai quel giorno, la conferma delle mie domande, è stato come se il mondo intero mi crollasse addosso, in queste situazioni il primo pensiero è sempre:”perché doveva succedere proprio a lei, a noi?” Quando ti senti dire che tua figlia ha una “disabilità”, è come un doloroso risveglio improvviso, sei impreparata, hai davanti a te un futuro di incertezze e difficoltà.
Finalmente dopo 8 giorni riesco ad andare a vedere per la prima volta la bambina,quella piccola creatura nell’incubatrice con tutti quei tubicini ,non sapevo se ridere o piangere, non mi rendevo conto di quello che mi aspettava, di quello che i medici mi avrebbero detto sulla sua situazione di salute.
Infatti dopo un mese il medico da noi incaricato ci riferisce ciò che i suoi colleghi dicono sulla situazione della bambina: “mi spiace, ma dovete essere forti per le cose che vi sto per dire: i medici non sanno se riuscirete a portare a casa la bimba perché la situazione è molto critica, non sanno quanto possa sopravvivere”.
Noi scoppiammo in lacrime,io non riuscivo a capire perché Dio, mi aveva “donato” una figlia disabile ed ora non me la lasciava,proprio a me, così credente in Lui, non poteva farmi una cosa simile.
Ad un mese dalla nascita portiamo a casa la bimba e da qui inizia la sua “battaglia alla vita”, i numerosi ricoveri, gli interventi chirurgici, le terapie…..
Durante questi anni mi sono trovata molte volte a piangere , a pensare alle cose che non avrebbe mai fatto o detto come gli altri bambini, ma alla fine smetto di fare paragoni e comincio a vedere "mia figlia", a lavorare con lei, mi faccio da intermediaria tra lei e il mondo, perché vederla crescere ogni giorno, sempre con il suo sorriso, i suoi occhi che parlano, i suoi gorgheggi ... insomma che dire ... questi bambini diversamente abili ti danno soddisfazioni maggiori a quelle di bambini abili, quando entrano nella tua vita non ne puoi più fare a meno,ed è anche per questo che cerco sempre di non scoraggiarmi, di essere forte per lei ,di farla crescere in un ambiente sereno, di non farle mancare nulla, anche di quelle piccole cose che per lei vogliono dire tanto, la faccio sentire un bene prezioso.(perché lo è)
Ogni suo traguardo è per me una ricarica, mi sento più forte, ho voglia di trasmettere agli altri la mia soddisfazione, di incoraggiarli ad affrontare qualsiasi problema gli si presenti, ma soprattutto mettermi a disposizione di chi sta iniziando a vivere esperienze simili.
Ora posso dire che questi 13 anni passati tra alti e bassi, gioie e dolori, sacrifici… sono la testimonianza della voglia di vivere che ha lei, dell’amore che trasmette ,ma soprattutto dell’amore che riceve.