La storia di Hina Saleem, la ragazza di origini pakistane, uccisa dal padre a Sarezzo in Valtrompia l'11 agosto del 2006 è diventata un libro. Si chiama "Hina. Questa è la mia vita" (Piemme. 308 pagine, 16 euro) scritto da due giornalisti Giommaria Monti e Marco Ventura. Nel libro, oltre alla storia di questa ragazza ribelle, uccisa perchè voleva vivere all'occidentale, anche un'inedita intervista al padre Muhammad Saleem, che ha accettato di parlare dal carcere di Ivrea dove è detenuto per scontare una condanna a 30 anni di reclusione. L'uomo riflette su quello che è successo e non si pente. Ha un unico rammarico: "In Pakistan non sarebbe successo, perchè non c'è discoteca, non c'è donna libera, non come qua".
La storia di Hina Saleem, la ragazza di origini pakistane, uccisa dal padre a Sarezzo in Valtrompia l'11 agosto del 2006 è diventata un libro. Si chiama "Hina. Questa è la mia vita" (Piemme. 308 pagine, 16 euro) scritto da due giornalisti Giommaria Monti e Marco Ventura. Nel libro, oltre alla storia di questa ragazza ribelle, uccisa perchè voleva vivere all'occidentale, anche un'inedita intervista al padre Muhammad Saleem, che ha accettato di parlare dal carcere di Ivrea dove è detenuto per scontare una condanna a 30 anni di reclusione. L'uomo riflette su quello che è successo e non si pente. Ha un unico rammarico: "In Pakistan non sarebbe successo, perchè non c'è discoteca, non c'è donna libera, non come qua".