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La storia di marco milanese : da uomo ombra di tremonti a uomo corrotto che ostenta potere

Creato il 19 luglio 2011 da Madyur

Mauro Milanese è un eroe. Chi si può ricordare il blitz a Chinatown con 45 fabbriche clandestine invase dai finanzieri a Milano. Il capitano di quelle operazioni era lui :Marco Milanese. Quindici anni dopo diventa deputato Pdl e consigliere politico del ministro dell’Economia.

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Invece ora Milanese è un enigma. L’affittuario dell’appartamento del Pio Sodalizio dei Piceni abitato temporaneamente da Tremonti che lo ha lasciato dopo lo scandalo P4. Il deputato ora ha una richiesta di arresto da parte delle Procure di Napoli e di Roma per corruzione, associazione a delinquere e altri reati , accusato di presunte cospicue contropartite per nomine e informazioni riservate.

Da anni il suo ruolo era importante che lui ostentava e che gli veniva riconosciuto. Era lui a tenere i rapporti con i giornalisti dando in modo sapiente le notizie. Era lui a essere considerato da tutti l’uomo preposto a trattare una serie di nomine (Finmeccanica, Enav) tanto da essere seduto a quello che veniva chiamato il tavolo di compensazione e di coordinamento a fianco di Gianni Letta.

Dopo la separazione con Anna Maria Taddeo da cui ha avuto una figlia , si era i ra legato a Manuela Bravi , ex addetta stampa a Forza Italia , un breve tempo con Scajola , poi l’incontro con Tremonti ( ultima notizia del suo licenziamento). Donna seria , masi una scollatura , lineamenti duri e gonne la ginocchio.

Milanese è finito in una brutta storia di abuso di potere. Una storia di ricatti , di strumentalizzazione d’informazione riservate , ma anche di guerra di cordate all’interno della Guardia di finanza e dello stesso Pdl. Secondo alcuni il tenore di vita di Milanese non era sicuramente la spia di qualche imbroglio. Milanese ha guadagnato tanti soldi nella sua vita che poteva giustificare ampiamente le macchine di lusso , barche grandissime , gioielli a forma di cuore , case in Costa azzurra , vacanza da cinepanettoni . Invece il lusso era pagato da consiglieri di amministrazione.

A fine anni Novanta è Dario Romagnoli , ex finanziere anche lui, socio dello studio fondato dal futuro ministro a segnalare il capitano a Tremonti. Milanese viene nominato aiutante di campo di un Tremonti ritornato ministro , poi lascia le fiamme gialle ed entra a far parte dello studio di tributaristi. Basta niente all’ex ufficiale per capire quanto il riflesso del potere del suo capo possa contare e possa fruttare. Così si trasforma in un collezionista di consulenze. Viene pagato centinaia di migliaia di euro , lo vogliono Ferrovie dello Stato , Assitalia, Rai , Alitalia , Unire.

Nei suoi conti bancari , il via vai di entrare e uscite diventa vorticoso . In un mese la sua carta di credito paga 23 mila euro. Ma è la politica a segnare la svolta. Nel 2008 eletto in Campania , diventa il Commissario provinciale di Forza Italia ,e inizia a rivendicare le sue origine irpine. La sua amicizia con Nicola Cosentino è nota tutti, come le altre sue inchieste giudiziarie.

Milanese cerca di diffondere il suo potere, non vuole più essere l’ombra di Tremonti. Ha l’ansia di ballare da solo. Concede poche interviste. E’ un personaggio tenuto a distanza dai suoi compagni e guardato con una certa diffidenza. Dopo l’inchiesta del 23 dicembre , dove viene ascoltato anche il suo ministro , lo rende ancora più isolato. Poi la bomba della richiesta di arresto. Intanto Milanese sta preparando la difesa da presentare alla Giunta delle autorizzazioni a procedere. I magistrati hanno chiesto l’apertura delle sue cassette di sicurezza.


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