la storia (triste) di una cagnetta di nome Trinacria

Da Saraconlacca

Nella terra dei tre promontori viveva ormai da qualche tempo un cane di nome Trinacria. Non era mica un cane qualunque: era un cane speciale con una vita tutta particolare. Trinacria nacque all’inizio di qualche estate fa, era il 20 giugno di non ricordo bene quale anno. Viveva felice e scodinzolante con la sua famiglia finchè un bel giorno quella stessa famiglia che si era presa cura di lei la lasciò alle falde proprio di uno dei tre promontori di cui è costituita la sua terra.

Ai piedi di quel monte esisteva da tempo una casa di accoglienza per cani abbandonati ma lei non volle mai metterci zampa, non era quello il suo posto, lei decise di aspettare, sperava che prima o poi qualcuno della sua famiglia sarebbe passato a riprenderla.

Furono anni duri, per una cagnetta beneducata vivere in strada non non era tanto semplice ma come ogni cosa che ti succede nella vita “tutto si impara”: Trinacria ha dovuto imparare un nuovo linguaggio, lottare per un tozzo di pane, per un pò d’acqua ed elemosinare delle coccole da qualche passante. Una volta riuscì persino a scappare da degli uomini in divisa che volevano catturarla per condurla in una delle tante case dove si rinchiudono i cani randagi, ma lei sapeva bene di non essere randagia, di non essere vagabonda, non s’era affatto persa e non voleva perdere per nulla la libertà che aveva.

Si perché per tutta la vita Trinacria si era sentita libera. Libera di scegliere. Lei sceglieva di aspettare, non glielo aveva imposto nessuno. Era la sua scelta, era ciò che la faceva sentire felice, il poter scegliere. Finchè un giorno, giunta ormai alla veneranda età di 17 anni che moltiplicato per 7 fa 119 anni umani, iniziò ad avere un altro pensiero ed il pensiero era questo: sono qui perchè non sono stata brava, non mi sono meritato l’amore che la mia famiglia aveva intenzione di darmi e così decise di partire, di andarsene via per sempre, di non farsi trovare quando la sua famiglia fosse tornata a cercarla. La sua famiglia non lo meritava un cane che non era in grado di amarli come volevano loro.

Forse solo i cani sanno amare veramente.