Titolo: La strada
Autore: Cormac McCarthy
Titolo originale: The road
Traduzione: Martina Testa
Editore: Einaudi
Collana: Super ET
Pagine: 218
Prezzo: 12,00
Formato: brossura
Anno 1ª edizione originale: 2006
Anno 1ª edizione italiana: 2007
Genere: narrativa americana, distopico
Codice ISBN: 978-88-06-20275-0
Trama: Un uomo e un bambino viaggiano attraverso le rovine di un mondo ridotto a cenere in direzione dell'oceano, dove forse i raggi raffreddati di un sole ormai livido cederanno un po' di tepore e qualche barlume di vita. Trascinano con sé sulla strada tutto ciò che nel nuovo equilibrio delle cose ha ancora valore: un carrello del supermercato con quel po' di cibo che riescono a rimediare, un telo di plastica per ripararsi dalla pioggia gelida e una pistola con cui difendersi dalle bande di predoni che battono le strade decisi a sopravvivere a ogni costo. E poi il bene più prezioso: se stessi e il loro reciproco amore.(dalla quarta di copertina)Giudizio personale: Questa è sicuramente una delle "recensioni" più difficile che abbia mai affrontato; sono due giorni che ci penso e ripenso e sono sempre più convinta che ogni mia parola su questo romanzo sia del tutto superflua e non necessaria. Perché La strada non ha bisogno di spot o pseudo recensioni fatte dall'ultima arrivata che crede di poter dire qualcosa di importante o che non sia già stato detto a suo proposito. Ma non posso nemmeno non parlarne, perché questo libro è meraviglioso. Mi limiterò quindi a poche righe, solo per cercare di farvi capire quanto mi ha lasciato e quanto vi perdete a non leggerlo.
Questo romanzo è tante cose. È un romanzo che ti svuota di tutto, completamente, ma contemporaneamente riesce a darti tantissimo, fino a riempirti di emozioni così contrastanti tra loro che non sai più come farle uscire. (Io personalmente ho pianto. Come un vitello.)
È la storia di un'umanità distrutta, bestiale, ma ancora capace di amare profondamente. È la storia di un viaggio alla ricerca di speranza, di vita.
In un'America post apocalittica un padre e suo figlio sono in cammino, attraverso territori devastati e martoriati dalla brutalità umana, in cerca di luoghi in cui la vita sia ancora possibile. Non è dato sapere chi abbia scatenato l'inferno. E non è nemmeno importante ai fine del racconto. Dai brevi flash back sapientemente incastrati nella narrazione possiamo intuire che sia scoppiata una guerra nucleare. Il come e il perché rimangono a libera interpretazione del lettore, quasi a voler sottintendere che cambiando nomi o luoghi il risultato non sarebbe cambiato, la natura dell'uomo è l'autodistruzione. Questo viaggio, narrato attraverso gli occhi dei due protagonisti, è terribile. Loro passano per territori annientati, vuoti, morti. Il silenzio che li circonda è assordante: un silenzio che uccide perché è là dove dovrebbero esserci i rumori della natura quindi della vita. Il padre è un uomo disincantato, grigio, ma che si impone di non perdere la speranza per suo figlio. Questo bambino è quanto di più commuovente ci possa essere: terrorizzato da quello che lo circonda, ma al tempo stesso pieno di fiducia nel padre e nella possibilità di un mondo migliore, nonostante sia così piccolo da non ricordarselo nemmeno il mondo come era prima. Le loro giornate sono fatte di lotta contro un clima rigido e una ricerca spasmodica di cibo. La speranza, per loro, è rappresentata dal non incontrare nessuno sulla loro strada. I pochi sopravvissuti infatti sono pericolosi. Come era stato per Cecità di Saramago, anche qui la situazione tragica ha reso gli uomini ancora più beceri e crudeli, riaccendendo in loro un istinto di sopravvivenza atavico e bestiale. Incontrare un altro essere umano potrebbe significare solo una cosa: morte. Ed è qui, sulla possibilità di incontrare qualcuno che emergono forti le caratteristiche contrastanti dei protagonisti. Il bambino è, appunto, un bambino e come tale mantiene nonostante tutto l'innocenza dell'infanzia: fa domande, cerca di capire perché sarebbe pericoloso, tenta di conciliare il bisogno di interazione con l'affetto e il rispetto verso il padre che invece su questo punto è drastico e netto. Un padre che ha visto troppe cose brutte e che è disposto a difendere suo figlio a qualsiasi costo, ma lo fa cercando di preservarne la purezza.
Più si procede nella lettura, più si è catturati dalla narrazione. E quando cominci a capire come sarà il finale le lacrime cominciano a scorrere incontrollate, perché ti rendi conto che anche tu stai facendo questo viaggio con loro. Hai vissuto queste pagine con un'intensità tale che non riesci nemmeno a spiegartelo. Hai avuto paura, terrore, curiosità, speranza: sensazioni vissute una dopo l'altra (o tutte assieme) che ti lasciano senza fiato. E vorresti abbracciare questo cucciolo d'uomo così forte come se fosse figlio tuo. E complimentarti con il padre, abbracciare anche lui, dirgli che sta facendo una cosa eccezionale, che è un padre meraviglioso. Ecco questi sono quei personaggi che lasciano il segno, quelli che ti porti dietro per tutta la vita. Questo libro me lo porterò dietro per tutta la vita.
Voto: 10
Citazione: "Quando sognerai di un mondo che non è mai esistito o di uno che non esisterà mai e in cui sei di nuovo felice, vorrà dire che ti sei arreso. Capisci? E tu non ti puoi arrendere. Io non te lo permetterò."
Colonna sonora: My city of ruins di Bruce Springsteen (mentre leggevo questo libro non riuscivo a non pensare a questa meravigliosa canzone. Qui testo e traduzione)
Consigliato: bè mi sembra si sia capito che lo consiglio a tutti
Istruzioni per l'uso: preparate i fazzoletti, ma soprattutto preparatevi
Buona Lettura!