Benvenuta Gemma nel blog “La mia strada fino a qui”. Sei una giovane scrittrice che sta pubblicando a puntate su una pagina fb il suo romanzo fantasy “Il giglio bianco”.
Vuoi parlarcene un po'?
Ciao Alessandra e grazie per la magnifica opportunità che mi concedi!
“Il Giglio Bianco” è un romanzo fantasy, non ancora terminato, che narra le vicende di una ragazza del nostro mondo, Diana, che si ritrova catapultata in un altro mondo per aver “inseguito un sogno”. E' un romanzo nato durante una lezione di Topografia Antica all'università. Non che mi stessi annoiando, però! Anzi, direi che la lampadina si sia accesa proprio perché si trattava di una lezione molto interessante e, mentre sullo schermo si susseguivano tantissime diapositive raffiguranti mappe antiche, cominciai ad abbozzare quella che poi sarebbe diventata la terra di Arneth-Eren-Wyth.
La passione per la scrittura quando è nata in te?
Credo che quella per la scrittura sia una passione che mi porto dietro sin da piccola: alle scuole elementari adoravo scrivere poesie (oggi tutte perdute), alle medie scrivevo articoli sul giornalino della scuola ma è stato a partire dal liceo che ho cominciato a scrivere storie, per lo più brevi ed ambientate sia nel nostro mondo, sia in mondi immaginari. Sempre, in ogni caso, con un certo richiamo al fantasy.
Il fantasy è una passione che noto hai nel sangue. Ma cosa ti ha fatto innamorare follemente di questo genere?
Penso che il fantasy permetta di trattare ogni tipo di tema rendendolo accessibile ad ogni persona, giovane o adulta che sia, più di qualunque altro genere. Mi sono avvicinata a questo tipo di letture all'età di 14 anni e ho vissuto personalmente questa sensazione: nonostante all'epoca non riuscissi a cogliere all'interno dei racconti che leggevo i messaggi più profondi, comunque qualcosa, di quelle storie, mi arrivava al cuore. Anche se non me ne rendevo subito conto.
Ci sono altri generi letterari che adori leggere e che magari in un futuro neanche troppo lontano adotterai nella scrittura?
Oltre a quelli fantastici, adoro i romanzi gialli, storici, d'avventura ed anche quelli a sfondo esoterico. Credo che sia proprio in quest'ultimo genere che mi piacerebbe, in futuro, cimentarmi. Ma è ancora troppo presto per poterlo dire con certezza.
Tornando al Giglio Bianco: quanto di Gemma Anna Sergi c'è in questa storia?
Abbastanza. I valori e gli ideali in cui credo, soprattutto, sono molto presenti all'interno della storia e hanno un ruolo importante nelle vicende nelle quali i vari personaggi si ritroveranno coinvolti.
Il personaggio che più ti somiglia e quello nel quale invece pensi il lettore si potrà identificare.
Sicuramente Diana. Per certi versi è il mio alter ego: crede nella giustizia, nel rispetto della Natura e di ogni forma di vita e mette in gioco tutta sé stessa per poter essere d'aiuto agli altri, anche quando non sa da dove cominciare. Inizialmente ha paura di affrontare ciò che la vita le mette davanti, ma alla fine riesce a farsi coraggio e superare ogni difficoltà a qualunque costo. Inoltre, è capace di meravigliarsi anche di fronte alle cose piccole e semplici, quelle che purtroppo oggi passano quasi del tutto inosservate. Ed è proprio questa sua particolarità che sconvolgerà le vite di due personaggi, Darhen e Menhor. Diana, infatti, riuscirà a risvegliare in loro capacità che entrambi credevano ormai “morte” da tempo, in realtà semplicemente sopite. Penso che il lettore potrebbe identificarsi senza difficoltà in uno dei due.
C'è un messaggio particolare che vuoi dare al lettore con la tua opera?
Il Giglio Bianco è una storia in cui le cose più semplici, all'apparenza insignificanti, si rivelano essere invece di grandissima importanza. Oggi siamo abituati a dare peso e a meravigliarci soprattutto delle cose grandi e complicate; quando ci accorgiamo di un problema, siamo sempre convinti che la soluzione si trovi in qualcosa di irraggiungibile e, spesso, per ottenerla osiamo un po' troppo. Il Giglio Bianco vuole essere anche un invito a fermarsi, riflettere, e cercare quella soluzione in ciò che ci circonda e che spesso sottovalutiamo.
Ci vuoi citare un passo significativo del romanzo e spiegare il motivo della tua scelta?
E' un passo del capitolo 21 (“Errori ed incomprensioni”):
“Non poté fare a meno di pensare al mondo da cui proveniva ed in cui, probabilmente, gli uomini avevano davvero osato troppo: la natura si era offerta all’uomo per garantirgli la sopravvivenza, chiedendo in cambio semplicemente rispetto. Ma con il tempo l’uomo era arrivato ad abusare di essa, riducendo il rispetto nei suoi confronti, nel migliore dei casi, ad un semplice ricordo. Possibile che la natura si stesse realmente prendendo la sua rivincita?”
Lo considero significativo perché attuale. Spero che inviti il lettore a riflettere sulla realtà che ci troviamo a vivere oggi e sul nostro rapporto con la natura.
Domanda scontata: prevedi di sottoporre a qualche casa editrice la tua storia? Hai già un'idea su chi contattare?
Ancora non ho idea di chi contattare, ma una volta portato a termine il romanzo... perché no? Sarebbe un sogno che si avvera!
Quali sono le tue letture preferite e quali ti hanno influenzata maggiormente?
Ne potrei citare a centinaia, ma mi limiterò a nominare quella che, tra tutte, considero l'opera più importante, quella che mi ha letteralmente cambiato la vita: “Il Signore degli Anelli” di J.R.R.Tolkien, che mi ha insegnato e continua tuttora ad insegnarmi tantissimo.
Ti ringrazio nuovamente per questa bellissima intervista. Un grande abbraccio a te e a tutti i lettori del blog!