29 ragazzini uccisi perché studiavano la cultura degli infedeli, il movimento islamico di Boko Haram continua la sua mattanza alimentando la dura repressione da parte del governo nigeriano.
L’ATTACCO - Sono arrivati di notte al college di Buni Yadi, nello stato Nord-orientale di Yome e hanno ucciso una trentina di ragazzi prima di dare fuoco alla scuola. Secondo gli ufficiali nigeriani molti dei corpi dei ragazzi sono stati ritrovati ormai ridotti in cenere.
LA STRAGE - Il college, una scuola secondaria statale, è diventato un obbiettivo perché fonte di cultura occidentale o comunque non sufficientemente islamica per i gusti del gruppo estremista, che durante l’azione ha ucciso solo i ragazzi, risparmiando le ragazze che invece non sono state toccate. Una notizia positiva in un panorama pessimo, perché Boko Haram ultimamente aveva cominciato a rapire le ragazze per utilizzarle, come già altri gruppi terroristici africani, come addette alla logistica o alle distrazioni sessuali dei guerrieri.
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UN’ECATOMBE - Il bilancio delle vittime dei Boko Haram negli ultimi anni è fatto di decine d’attacchi del genere e di migliaia di vittime, per lo più civili, lasciate sul terreno. Non meno spietata la repressione dei governativi, che rispondono spesso sparando nel mucchio e uccidono, se possibile, più degli stessi Boko Haram, alimentando la rabbia verso il governo centrale nelle regioni settentrionali, albergo di una maggioranza musulmana e casa dei Boko Haram, nome che significa d’altronde «l’educazione occidentale è peccaminosa» e che spiega l’accanimento contro le scuole, le vaccinazioni e certi aspetti sgraditi della cultura occidentale.
L’OFFENSIVA DEL GOVERNO - Solo la settimana scorsa e in una sola azione il gruppo si è reso responsabile della distruzione di un intero villaggio e dell’uccisione dei suoi 200 abitanti, segno evidente che la grande offensiva decisa e molto pubblicizzata dal presidente nigeriano Jonathan Goodluck l’anno scorso non ha dato i frutti sperati, innescando anzi un ciclo di sanguinose rappresaglie contro i civili.
Fonte: Giornalettismo