“La strana biblioteca” di Haruki Murakami: un breve racconto surreale fino ad ora inedito in Italia

Creato il 25 novembre 2015 da Alessiamocci

“Decisi che era ora di sedermi al tavolo a leggere. Per cogliere un’eventuale possibilità di scappare, prima di tutto dovevo tranquillizzare il mio avversario. Cioè fingere di sottomettermi docilmente ai suoi ordini. Non avevo bisogno di fare uno sforzo, pensai. Perché dopotutto obbedire è nel mio carattere”.

Il 17 novembre 2015 è uscito, edito come sempre da Einaudi, l’ultimo lavoro dello scrittore giapponese Haruki Murakami, uno dei candidati al recente Premio Nobel. Si tratta di un romanzo breve: una novella di appena 88 pagine dal titolo “La strana biblioteca”, mai pubblicata prima nel nostro Paese.

Chi ama questo autore attendeva con ansia il momento, fra cui io, che ho divorato la storia in un’ora scarsa. Si tratta di un racconto ipnotico e carico di suspense, che invita a leggere nel più breve tempo possibile, senza mai avvertire la necessità di fare una pausa.

Ho letto altri romanzi di Murakami, soprattutto gli ultimi in ordine di pubblicazione, quali “L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio”, “Sonno” e “Uomini senza donne”. Conoscevo quindi già quel suo modo surreale di narrare, ammaliando il lettore, tenendolo sempre sospeso in una dimensione che si colloca tra il sonno e la veglia, col dubbio che tutto quello che viene detto sia solo frutto di un sogno. Di una visione. Non per niente, considero Murakami come uno dei migliori “scrittori onirici” del panorama letterario contemporaneo.

“La strana biblioteca” è una storia la cui lettura viene consigliata ai ragazzi, perché si presenta come una fiaba fantastica che trasporta in un universo alternativo. Che scriva per gli adulti oppure per gli adolescenti, Murakami rimane uno scrittore dallo stile accattivante. Trovo che, indipendentemente dall’età del lettore, l’opera si adatti semplicemente a chi ama i libri e crede nel potere della lettura, come “chiave” per sfuggire all’infelicità e alla solitudine.

Ma di cosa parla esattamente questo libro? Presto detto. Esso narra di un ragazzino che si reca in una biblioteca per restituire dei libri e vorrebbe prenderne in prestito degli altri. In particolare, desidererebbe leggere qualcosa sulla riscossione delle tasse nell’impero ottomano. La bibliotecaria lo invita a recarsi nella stanza 107.

Al ragazzo pare tutto molto strano: da quando la biblioteca comunale possiede un piano sotterraneo? Abituato ad essere remissivo e a non deludere mai le aspettative del prossimo, il ragazzo esegue gli ordini e scende di sotto. Qui incontra un secondo bibliotecario, paradossalmente ancora più strambo della prima, ovvero un vecchio con la faccia piena di piccole macchie nere.

Avrà inizio un’avventura rocambolesca e del tutto surreale, dove il protagonista verrà rinchiuso in una cella, e farà la conoscenza di un uomo vestito di pelli di pecora. Il ragazzo dovrà imparare a memoria tre grossi tomi sulla tassazione dell’impero ottomano e rischia di fare una fine orribile. Se non fosse che in suo soccorso giunge una ragazza esile e sconosciuta, con la quale progettare la fuga.

La storia è incalzante e mette in circolo l’adrenalina. L’opera è corredata dalle belle illustrazioni di Lorenzo Ceccotti. Lo stile diretto ed evocativo di Murakami, che fa parlare il suo narratore in prima persona, fa il resto.

Collocandomi nel gruppo dei suoi ammiratori e dispiaciuta perché egli quest’anno non abbia vinto il Nobel, non mi rimane altro che consigliarvi la lettura di questa breve storia del “maestro” giapponese. Certo, Murakami ci aveva abituato a ben altro, e intendo dire a racconti più “veritieri” che mettono in scena drammi esistenziali e profondi. Ma sono convinta che nella lettura, talvolta, si possa rimanere appagati anche per il solo fatto di essersi divertiti.

Written by Cristina Biolcati


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