La straniera. Outlander, di Diana Gabaldon, perché non mi è piaciuto

Creato il 02 ottobre 2015 da Annare

Rischio il linciaggio online, e ne sono consapevole, ma dopo aver resistito, nonostante le tante acclamazioni, ho capitolato di fronte al famoso romanzo La straniera, primo capitolo della saga Outlander, di Diana Gabaldon, saga fortunata dato che da questi volumi è stata tratta l’omonima serie televisiva con Caitriona Balfe e Sam Heughan. Eppure, devo essere onesta con chi legge queste pagine virtuali, io La straniera non sono nemmeno riuscita a finirlo, tanta si è rivelata la noia.

Tralasciando gli opinabili adattamenti storici, uno scozzese del 1743 che parla come un newyorkese, accompagnato da una giovane donna del 1945 che intercala le sue esternazioni con parole in stile adolescente sfigata del XXI secolo. Ma non è questo che mi ha disturbata, assolutamente no, in realtà se dimentichi il salto storico, trama e dialoghi funzionano. No. Il mio problema sono state le oltre 800 pagine di cui almeno 400 da saltare… e , non ultimo, il fatto che una povera donna se ne deve andare a due secoli scorsi per permettersi di innamorarsi e concedersi l’adulterio.

Tra castelli, scozzesi bellocci e inglesi pervertiti, intrighi, streghe e roghi, La straniera si concentra sul mondo in Scozia nel 1740, raccontato da una donna del 1940, ma scritto da una donna nel 1990 circa.

Queste tre date manifestano a mio avviso una serie di irrealtà da stupire anche i meno appassionati del periodo, ma essendo una saga fantasy possiamo tranquillamente perdonare il dettaglio e goderci la storia nell’insieme. Forse.

Anche no.

Voi appassionate di Outlander, perché è innegabile libri e episodi televisivi si rivolgono a un pubblico femminile, perché amate questa serie?

Per Jamie, bello muscoloso e sodo nonostante il kilt? Per l’apparente fragilità di Claire? Per i colpi di scena, a mio avviso scontati come la finale di San Remo?

Aiutatemi a capire


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