non ci sono solo fate sul 17C.
ieri pomeriggio ho visto una strega buona.
non so se esistano streghe cattive ma so che questa di sicuro era una buona.
salgo sul 17, stanca macinata, mi chino sul libro di Mann che sto leggendo da tempo immemore (mi piace leggere libri che durino tanto, mi danno sicurezza), la montagna magica, nuova traduzione della “incantata”.
di fronte a me due ragazze, entrambe dalle mani guantate, una si tiene al palo arancione dell’autobus.
dopo poco sale una signora, non la noto, perchè sono dietro agli studi di biologia di hans castorp.
la signora posa la mano, arrossata e dalle unghie smaltate, vicino a quella guantata, quasi la sfiora.
la ragazza con la mano guantata esclama in un fiorentino squillante:
“signora! buon per lei che ha le mani così calde! sento il suo calore anche attraverso il guanto!”
la signora la guarda e sorride. alzo gli occhi anche io e la vedo.
una faccia di luna piena, bianca e rossa, i capelli rosso fuoco resi ancora più brillanti dal tramonto alle sue spalle. le labbra colorate da un rossetto sfacciatamente corallo. con un accento russo fortissimo dice alla ragazza: (vi prego, immaginatela parlare con l’accento russo, non lo so scrivere, ma è importante per il suono del dialogo):
“togli mano da guanto, io prende te mano e scalda!”
e la ragazza… lo fa.
si fa coccolare la mano dalle due giganti mani della siberia in trasferta.
“che calduccio… grazie!”
“figurati!” fa la signora divertita, “pensa che risate se ci vede il tuo ragazzo!”
a quel punto ride tutto il diciassette.
il diciassette, pieno di volti stanchi, della stanchezza di fine giornata, ride di tenerezza guardando una signora russa, formato armadio, che scalda le mani di una ragazza.
le sorrido anche io.
la signora accanto a me sentenzia:
“anche io ho sempre le mani fredde!”
adoro il diciassette.
(quando va verso la stazione)