La Lega Pro ha presentato ricorso presso il Tribunale Nazionale di Arbitrato e Sport del CONI (TNAS) affinché quest'ultimo si pronunci identificando un criterio per la suddivisione fra Lega di Serie B e Lega Pro della cosiddetta "quota di mutualità" sui diritti audivisivi.
La Legge Melandri dispone infatti che una parte degli incassi annuali della vendita dei diritti della Lega di Serie A venga riconosciuta “alle società sportive delle categorie professionistiche inferiori”, ovvero alla Serie B ed alla Lega Pro.
Si parla del 6% dell'incasso, quindi di circa 55 milioni di Euro all'anno. La Legge non dispone però i criteri per l'ulteriore ripartizione di questi soldi.
Nel 2012/13 era stato raggiunto un accordo in extremis che prevedeva una quota del 66% per la Serie B ed il restante 33% per la Lega Pro.
Quest'anno niente accordo.
Secondo il Presidente della Lega Pro Macalli:
Siamo due leghe con pari dignità, quindi chiediamo una divisione almeno al 50%. Anzi, a noi dovrebbe andare qualcosa in più, visto che la legge parla di società sportive, e noi ne abbiamo 60 mentre loro 22.
Secca la risposta del Presidente della Lega di Serie B Abodi:
È un ragionamento sbagliato. La mutualità non è un ammortizzatore sociale, ma un contributo che deve servire a ridurre la forbice fra i vari campionati e fare il bene del sistema calcio italiano. E mentre fra Lega Pro e Serie B il divario è minimo (come dimostra il fatto che le neopromosse a volte riescono a lottare anche per il titolo), fra noi e la Serie A purtroppo c’è un abisso. Perciò queste risorse spettano soprattutto ai club di Serie B.