La superficie superficiale delle cose

Da V

<> Mi scrive un’amica. E io penso che una non può passare le sue giornate a pensare cosa mettersi in remote occasioni che nemmeno accadranno. <> <> <> <> Il pigiama,è così comodo e morbido. Anzi mi sa che me ne sto a casa con un buon libro e una camomilla <> <> <> Poi mi guardo riflessa nel vetro della fiiestra e penso ommiddioommiddioommioddio c’è un mostro sul balcone. Ah no,sono io. <> salta su la mia amica <> E se mi sta sempre appiccicata sarà dura e io più di farti conoscere gente non so che farci. <> Sul serio,un uomo non capirà mai quanta fatica facciano certe donne a trovare qualcosa da mettersi. Se poi si pensa con quanta facilità quei vestiti vengano tolti,è una perdita di tempo. Non è il caso della mia amica,a lei piace rimanere con i vestiti addosso. Sempre.

<> Non lo so,non lo so perchè ci sono delle sfigate cesse con il moroso e sinceramente non me ne frega un cazzo. Perchè il 90% degli uomini sono giusto carini per addobbarci l’albero di Natale,tenerli li qualche settimane e poi riporli nella scatola. Poi c’è la restante parte – il 10% che tanto sono statistiche inventate di sana pianta- che invece qualche soddisfazione te la da pure.

<> Non starò a fissare l’armadio,non sta sera. Mi guardo in giro per vedere che vestiti ci sono sparpagliati per la stanza:un calzino rosa,una maglia dell’hard rock cafè,una felpa sicuramente non mia e la mini nera. <> <> E si riempe l’aria e la vita di parole inutili,vuote. Involucri.

E infilerò la gonna.

E metterò i tacchi più alti che trovo.

E uscirò nella nebbia.

E salirò su quella fighissima macchina nuova.

Ogni superficie sarà luccicante.

V.