La svastica sugli USA C'è chi ha definito Trump come un maiale razzista, un egoista megalomane e paranoico, una celebrità mediatica, priva di ideali. Solo Salvini lo ha proclamato eroico e colorito e sulla sua stessa lunghezza d'onda, per alcuni temi. Pare che andrà a fargli visita, molto presto.
Trump non accetta altri immigrati musulmani e pretende il via libera alle armi, quelle che avrebbero difeso i poveracci, uccisi a San Bernardino e a Parigi. “Non abbiamo altra scelta. Ci sono persone che vogliono far saltare in aria le nostre città; siamo in guerra e abbiamo un presidente che non lo vuole dire”. Ha anche affermato che Obama non sarebbe un cittadino statunitense, ma un kenyota. Ha fatto il verso ad un giornalista, affetto da una grave forma di disabilità; per lui, Bergoglio, è "troppo politicizzato" e "non capisce i problemi del nostro Paese, in materia di immigrazione”.
Come Salvini, pur con le debite differenze, Trump dà voce alle frustrazioni dei bianchi statunitensi delle classi inferiori, che hanno perso status sociale, guerre, posti di lavoro, case e fiducia. Quando definisce i messicani “stupratori”, i cinesi “imbroglioni” e tutti i musulmani una potenziale minaccia, sempre come Salvini da noi, dà libero sfogo alle insicurezze di queste persone, e la sua base elettorale non è molto diversa da quella del Front National e della Lega.
Adriana Almanza, una ragazza 28enne messicano-statunitense, ha risposto, su FB, alle offese di Trump, che aveva proclamato: “Quando il Messico ci manda la sua gente, manda persone con molti problemi. E queste portano i loro problemi qui da noi. Portano droga, portano i loro crimini, portano i loro stupratori.” Ha scritto che vorrebbe presentargli suo padre, uno dei tanti arrivati negli States senza documenti né autorizzazione, da “illegale”, che si è fatto un mazzo tanto tra i campi, viaggiando da Stato a Stato, per trovare lavoro e sfamare i suoi genitori e i suoi nove fratelli a casa. Non beve, né si droga. Certamente non è un criminale, uno stupratore o un trafficante di droga. E' uno di quelli che lavorano sodo e rimangono umili. “È questo quello che mio padre incarna, esattamente quello che sono anche altri milioni di messicani”, ha concluso. Il post ha raggiunto, in breve, le 100mila condivisioni e quasi 200mila like su FB.
La svastica si sta forse allungando sugli USA, e non più sul sole, come in quel romanzo-cult di SF, di Philip K. Dick? Franco Bifani