Ha tutta l’aria di essere un ultimatum a Berlusconi la dichiarazione di Renzi dopo l’ultimo incontro con il leader di Forza Italia. Gli scricchiolii del patto del Nazareno evidenziati dal premier non sono altro che un avvertimento per mettere Berlusconi con le spalle al muro, imponendogli di abbandonare la tattica del temporeggiamento sulla legge elettorale; tattica vitale per l’ex Senatore che non può permettersi elezioni a breve termine e per questo vorrebbe prolungare all’infinito il processo che dovrebbe portare al varo della nuova legge elettorale. Non a caso, lo strappo ventilato da Renzi giunge in contemporanea con l’accordo raggiunto per l’elezione del membro della Consulta in quota Pd e di quello del Csm in quota M5stelle, lasciando al palo la candidata di Forza Italia per la Consulta, non gradita ai pentastellati. L’asse Pd-5stelle potrebbe essere replicato sulla riforma elettorale e su quella della giustizia, mettendo fuori gioco Forza Italia.
Ma questo non rappresenterebbe un dramma per Berlusconi se quest’asse fosse in grado di prolungare la legislatura almeno fino al 2016; anzi, l’ex cavaliere potrebbe ricompattare i suoi sul fronte dell’opposizione dura al governo, nella speranza che il perdurare della recessione sgonfi il fenomeno Renzi. Ma appare alquanto improbabile che l’asse inedito possa convergere su un programma a medio termine, al solo scopo di salvaguardare la legislatura. Se portassero a casa le riforme, Pd e M5stelle si troverebbero nelle migliori condizioni per affrontare le elezioni politiche: i democratici, nella prospettiva, tutt’altro che improbabile, di una maggioranza monocolore; i pentastellati, nella convinzione di potersi confermare come maggiore forza dell’opposizione e di poter condizionare la politica del governo. La situazione per Berlusconi è estremamente delicata: deve per forza appiattirsi sulle posizioni di Renzi, senza alcuna garanzia di avere il tempo necessario per potersi riorganizzare e con un’autorevolezza all’interno del suo partito che non gli consente più di riportare tutti all’ordine.
A rendere ancora più complicata la sua situazione, c’è la politica spregiudicata di Salvini che, sulle ali dell’entusiasmo per essere riuscito a rilanciare la Lega, punta apertamente all’elettorato di Forza Italia, con buone possibilità di far presa sulla destra del partito, in particolare nelle regioni del nord. Il colpo di mano di far saltare il tavolo, che tante volte (ultima col Governo Monti) ha consentito a Berlusconi di rilanciarsi, stavolta non avrebbe alcuna possibilità di successo. D’altronde, già con Letta il tentativo del colpo di mano fallì miseramente, con la presa di posizione di Alfano e la scissione del centrodestra. Insomma, Berlusconi non può far altro che mettersi nelle mani di Renzi, nella speranza che il premier si accontenti di andare avanti con una maggioranza debole, se non nei numeri, nella coesione sui programmi e con il percorso delle riforme condizionato dalle fibrillazioni di Forza Italia.