La swinging London al centro dell’universo

Creato il 10 aprile 2015 da Dfalcicchio

Londra

La mostra Stardust, dedicata al lavoro e alle fotografie di David Bailey, riporta alla ribalta la Londra degli anni Sessanta e Settanta, una metropoli che era al centro del mondo, punto di riferimento di moda, musica, arte, cultura e tendenze, in generale. Nel 1966 il settimanale Time è il primo giornale a pubblicare un servizio che dedica spazio alla swinging London e, da quel momento, questo appellativo diventa un marchio, per svariati anni, quando si parla della capitale inglese. Ancora oggi un certo mondo musicale e della moda guarda a quel periodo, con un misto di ammirazione e nostalgia.

Sono anni di enormi cambiamenti , soprattutto nella musica e nella moda. L’entrata sui mercati di due gruppi come i Beatles e i Rolling Stones creano un cortocircuito molto forte. I loro brani, più tranquilli e borghesi quelli dei Beatles, più trasgressivi e con una filosofia rock and roll quelli degli Stones, varcano i confini e gli oceani e diventano successi mondiali. In quegli anni Londra è la capitale della musica, con tante altre proposte minori e un altro punto fermo poi rappresentato dagli Who.

Eppoi la moda. Circa alla metà degli anni Sessanta la sarta Mary Quant lancia la minigonna, coadiuvata poi dalla modella Twiggy e fu subito boom. Girare per Londra vuol dire vedere centinaia di ragazze con le gambe al vento e l’effetto è dirompente. C’è una piccola strada nella capitale inglese, Carnaby Street, nel quartiere di Soho, vicino alla (oggi) commerciale e turistica Oxford Street e in quell’epoca ospita i negozi alla moda più importanti della città. Ambienti piuttosto piccoli, con i capi presentati in maniera insolita, messi su manichini colorati o ammassati negli angoli. L’abbigliamento femminile e maschile è, per la prima volta, presentato e venduto in un unico negozio, con un concetto dell’unisex, lanciato proprio da Londra. E al di là di Carnaby, come non ricordare BIBA, un altro tempio della moda di allora, diventato poi un megastore. Negli anni della Swinging London è un’abitudine quotidiana, trovarsi, parlare, confrontarsi, stare insieme, il contrario del mondo di oggi, dove tutti hanno il naso schiacciato sul proprio device. Citiamo due pub che hanno visto crescere i giovani di allora: The Shakespeare’s head e Firkin.

Let’s spend the time together.

Mauro Pecchenino


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