In un mondo dove le divinità ormai hanno perso mordente l'Olimpo subisce una improvvisa fuga di Dèi verso il mondo terreno. Alcuni di essi si sono insediati a Bologna dove, una volta mischiatisi agli uomini e alle loro attività quotidiane, trovano una nuova realtà interessante in cui vivere. Però la loro discesa sulla Terra pretenderà un sacrificio immane di cui non sono consapevoli ma che scopriranno a loro spese. Zeus, nel frattempo, è infuriato e pretende che tutti ritornino nei loro ranghi sul monte dell'Olimpo...
Il racconto vuole proiettare la vita delle divinità greche al mondo odierno. Rimangono quindi i caratteri libertini dei personaggi. Dai classici, infatti, abbiamo imparato che le divinità avevano una certa propensione a giocare con gli uomini, a scendere sulla terra e a mischiarsi a loro, creando poi una progenie di semi-dèi destinati a grandi imprese e grandi tormenti. Ecco... tutto ciò viene riportato in questo racconto, spero, con un briciolo di malinconia per i tempi passati. La copertina, osservare qui sopra, vuole richiamare in un qualche modo le rappresentazioni divine che solitamente possiamo ammirare sui resti delle antiche civiltà. Per realizzarla ho mescolato una foto di Dioniso (presa dal Museo Nazionale Archeologico di Napoli) e un disegno (credo) al carboncino di Achille Funi.
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