La tecnologia può sostituire l’esperienza?

Da Ragdoll @FotoComeFare

Di recente negli articoli che leggo (in particolare se sono recensioni di attrezzatura fotografica) mi imbatto sempre più spesso in un modo di dire che sono sicuro avrai sentito anche tu una marea di volte:

“Questo obiettivo [fotocamera o qualunque altra cosa] è speciale perché m’ispira a uscire di casa e a fare fotografie migliori”.

Da dove iniziare?

Partiamo da ciò che è più ovvio: qualunque cosa tu stia leggendo su questo oggetto, non ha niente a che fare con la tua ispirazione.

Davvero, davvero niente.

L’ispirazione e l’attrezzatura fotografica sono così talmente scollegate che mi provoca quasi un fastidio fisico leggere commenti del genere. Ogni volta che leggiamo qualcosa di simile e annuiamo entusiasticamente ci prestiamo a diventare vittime del più grande inganno pubblicitario nella storia della tecnologia, e nel tempo ce ne sono stati diversi.

Per chiarirmi meglio, ci casco anche io, come tutti quanti, il che è particolarmente scoraggiante perché, anche se so che mi stanno ingannando, cedo ugualmente e abbocco all’amo. Non succede proprio sempre, lasciatemi almeno un po’ di dignità, ma a volte sì.

Il potere del marketing sa essere davvero allettante.

Prendiamo, ad esempio, l’ultima nata nel mondo della fotografia: la nuova e apparentemente rivoluzionaria Sony A7R Mark II.

Dico apparentemente perché la verità è che niente è più davvero rivoluzionario nell’industria della fotografia. Nulla può essere rivoluzionario in una disciplina che abbiamo creato un certo numero di decadi fa, a meno che qualcuno di recente non abbia scoperto nuove leggi della fisica di cui non sono a conoscenza.

L’obiettivo primario di una macchina fotografica è quello di fare fotografie. Per quel che mi riguarda tutto ciò che non è fondamentale per il conseguimento di quest’obiettivo ricade senza esitazioni nella categoria degli accessori.

Ovviamente gli accessori sono sempre importanti se stai per comprare una fotocamera, sono cose che devi assolutamente considerare.

Una risoluzione più alta? Benissimo. Obiettivi migliori? Certamente. Più range dinamico? Ottima idea. Una batteria che dura più a lungo? Sicuro. Wi-fi? Fantastico.

Sono tutte migliorie che fa sicuramente piacere avere in una moderna fotocamera. Ma le possiamo definire rivoluzionarie? Non così tanto.

Quanta risoluzione è meglio avere? Tutta quella che si può, ovviamente. Quanta te ne serve effettivamente nel tipo di fotografia che fai? Probabilmente circa il 30-40% delle specifiche della tua attuale fotocamera.

So che lo sto facendo sembrare terribile, ma in realtà sono ottime notizie.

Significa che il tuo attuale equipaggiamento non ti sta limitando, da un punto di vista creativo. Non l’ha mai fatto e probabilmente non lo farà mai, quindi smettila di far finta di non poter fare belle fotografie finché non spenderai 3000 euro per una fotocamera professionale di altissima gamma.

La prossima volta che ti sentirai ansioso per via della tua attrezzatura, pensala così: le persone si lamentano da sempre della loro attrezzatura e continueranno a farlo per sempre. Eppure, le persone da sempre scattano fotografie mozzafiato e continueranno a farlo per sempre.

La stragrande maggioranza delle fotografie più importanti della storia sono state scattate con fotocamere che avevano caratteristiche risibili per quelli che sono gli standard di oggi.

E sai cosa? Non importa a nessuno.

Devo ancora incontrare una sola persona che guardi il ritratto iconico di Ernesto Che Guevara e si lamenti perché non è abbastanza a fuoco!

“Guerrillero Heroico”. Ernesto Che Guevara al funerale delle vittime dell’esplosione de La Coubre. Fotografia di Alberto Korda, 1960.

Te lo ripeto di nuovo: a nessuno interessa della messa a fuoco o delle caratteristiche della tua fotocamera. Alle persone importa solo se le immagini siano coinvolgenti e in questo caso penso proprio che non ci siano dubbi.

Questo ti dimostra che ci sono moltissimi modi per creare immagini efficaci che non richiedano l’attrezzatura più recente disponibile sul mercato.

Stile contro sostanza

Ogni volta che scopro nuovi artisti di cui mi piacciono i lavori sento un impulso naturale ad andare a sbirciare dietro le quinte.

Voglio sapere tutto del loro processo creativo e degli strumenti che usano per creare i lavori che mi piacciono così tanto. A quel punto possono accadere due cose: o scopro che stanno usando una delle migliori e più recenti tecnologie o scopro che sono diventati in grado di sfruttare al massimo degli strumenti discreti, a portata di tutti, spingendo sino all’eccellenza la loro capacità di fare fotografia.

Non so quale sia il tuo caso, ma mi trovo più spesso a preferire i lavori di questi ultimi, che utilizzano attrezzature comuni.

Nella maggior parte dei casi questi artisti in un modo o nell’altro riescono a creare lavori più autentici, più espressivi e ricchi di sentimento. Guarda i lavori di questo ragazzino di 16 anni che riesce a creare degli scatti macro incredibili nel suo giardino con l’obiettivo più economico che si trovi sul mercato.

O alcuni degli artisti più conosciuti e ammirati della storia, che sono andati avanti utilizzando tecnologie antiche di secoli, perché erano le uniche che avessero a disposizione.

Ovviamente questo discorso si spinge anche oltre la fotografia.

Credi veramente che il David di Michelangelo sarebbe stato più bello se il maestro avesse usato la tecnologia di oggi per realizzarlo?

“David” di Michelangelo, 1501-1504. Fotografia di Jörg Bittner Unna, 2011.

Non penso proprio.

Se ci basiamo sulla tecnologia sperando che ci doni ispirazione ci stiamo sbagliando completamente. Tecnologie migliori creano risultati migliori solo fino a un certo punto, e in molti casi quel punto l’abbiamo già incontrato molto tempo fa. Ma questa è solo una parte del problema.

Il vero problema è quando le persone cercano di sfruttare la tecnologia come scorciatoia per evitare di apprendere una nuova arte.

Capacità senza conoscenza

La scomoda verità è che le discipline più creative richiedono lavoro. C’è sempre una curva di apprendimento e, finché non ti ci sei applicato, non riuscirai a crescere significativamente in qualità di persona creativa.

La tecnologia può aiutare, ma non ti porterà molto lontano.

Tornando all’esempio della fotografia, molte caratteristiche delle fotocamere moderne sono interamente pensate per eliminare l’esigenza di conoscere la teoria fotografica e fare esperienza. Opzioni come il Live Composite Mode di Olympus elimina per l’utente il bisogno di conoscere qualsiasi nozione teorica di base sulle lunghe esposizioni.

Se il tuo progetto è quello di fare fotografie sempre e solo con fotocamere Olympus è fantastico, ti consentirà di catturare immagini veramente stupende, ma alla fine usandolo non avrai imparato niente e non ti avrà reso un fotografo migliore, perché ottenere quei risultati non ti ha richiesto nessuno sforzo.

La cosa peggiore di tutte è che la tecnologia può rendere più piatto e scadente il risultato finale. Se tutto quel che ci vuole per catturare una lunga esposizione scintillante è schiacciare un bottone, dov’è il tuo merito artistico? Quell’immagine come può essere in qualsiasi modo accattivante o coinvolgente?

Quando lasci che la macchina faccia il lavoro al tuo posto ti stai arrendendo ancor prima che sia iniziata la battaglia.

Ovviamente questo non significa che non devi mai usare la tecnologia nei tuoi lavori creativi.

Molti fotografi ucciderebbero per avere a disposizione il Live Composite Mode nelle loro fotocamere, ma la differenza è che loro sanno già come ottenere gli stessi risultati senza quell’opzione. Hanno la conoscenza che permette loro di sapere quando usarlo e, molto più importante, quando non farlo.

Come direbbe il matematico e teorico del caos preferito di tutti, il Dottor Ian Malcolm:

La maggior parte dei poteri richiede un sacrificio di fondo da parte di chiunque voglia il potere. C’è da fare un apprendistato, una disciplina che dura molti anni. Qualsiasi tipo di potere tu voglia. Presidente della società. Cintura nera di karate. Guru spirituale. Qualsiasi sia la tua ricerca, devi impiegarci tempo, esercizi, sforzi. Devi rinunciare a tantissime cose per ottenerlo. Devi tenerci molto. E una volta che l’hai ottenuto, è il tuo potere. Non può venire trasmesso: risiede in te. È letteralmente il risultato della tua disciplina.

Ora, la cosa interessante di questo processo è che quando qualcuno ha acquisito l’abilità di uccidere a mani nude, è anche maturato abbastanza da non usare questo potere senza criterio. Così quel tipo di potere ha come una forma di controllo connaturato. La disciplina necessaria per ottenerlo ti cambia al punto che non ne abuserai“.

Questo è esattamente ciò che intendo. La tecnologia può essere uno strumento potente, perché permette alle persone di raggiungere la conoscenza senza applicarsi. A volte è una cosa fantastica, altre volte è meno piacevole.

Dovresti assolutamente usare la tecnologia a tuo vantaggio, ma non per sostituire l’esperienza.

Il dottor Ian Malcolm, interpretato dall’attore Jeff Goldblum nel film Jurassic Park, 1993.

Chiaramente non è tutto negativo. A volte la tecnologia ci permette di raggiungere risultati che precedentemente sarebbero stati impossibili, e in quei casi vai e utilizzala assolutamente. Ma anche in questi casi il mio sospetto è che le persone che hanno raggiunto precedentemente una buona conoscenza e disciplina riusciranno a sfruttarne meglio il potenziale.

Messa giù in modo semplice: non si può sostituire il duro lavoro e l’esercizio.

Prendere la strada più lunga

Nonostante ciò che ti diranno in tanti, la tecnologia non può migliorarti in nulla se ti rifiuti di lavorare ed esercitarti. Puoi comprare la racchetta di Roger Federer, ma questo non ti renderà più abile a giocare a tennis. Puoi comprare la Sony A7R II, ma non ti renderà un fotografo migliore.

C’è la possibilità che gli strumenti che attualmente possiedi siano più capaci di creare ottimi lavori di quel che pensi. Rifiutandoti di imparare a conoscerli, quindi rinunciando a esplorare tutto il loro potenziale, ti impedisci di diventare una persona più creativa.

Smettila di cercare scuse. Smettila di comportarti come se la scarsa qualità del tuo lavoro fosse colpa del mondo. “Se solo avessi una fotocamera migliore” è solo un modo per ingannare te stesso.

L’esperienza ha bisogno di tempo per essere sviluppata, e la tecnologia non la può sostituire. Ci vorranno disciplina, duro lavoro e, sì, tempo, ma se sei determinato a farlo hai già vinto metà della battaglia.

L’altra metà è nelle tue mani.

Articolo di ALVARO SERRANO liberamente tradotto dall’originale: http://www.analogsenses.com/2015/06/25/technology-is-no-substitute-for-discipline