Il titolo di questo studio è abbastanza chiaro: "E’ davvero un problema di ottimizzazione" e l’autore è Mark Jacobson, un ingegnere civile dell’Università di Stanford.
Jacobson insieme al coautore Mark Delucchi della Università della California, discute tutta una serie di dati su tecnologie e fonti di energia. In particolare sono valutate le diverse alternative comparando l’efficienza delle tecnologie insieme ai benefici per la salute e l’ambiente. E cosa si scopre? Che in testa alla lista troviamo l’energia eolica, il solare, l’energia geotermica e quella idroelettrica mentre i biocarburanti sono messi in fondo. L’energia nucleare e il carbone "pulito" (ovvero associato ai sistemi di cattura della CO2) si trovano in mezzo.
INTERESSANTE!
Inoltre, sempre secondo lo studio, il novanta percento della potenza disponibile potrebbe venire dall’energia eolica e solare mentre il geotermico e l’idroelettrico potrebbero contribuire per circa il 4 percento del totale e mentre un 2 percento potrebbe venire come contributo dalle tecnologie sfruttanti l’energia delle onde e maree.
Una preoccupazione persistente è comunque sempre legata all’energia eolica e a quella solare per la loro intrinseca natura impulsiva. Vero è che di norma il vento soffia forte di notte e il sole è presente di giorno. Dallo studio si designa come un opportuno sistema di rete elettrica intelligente (smart grid) agganciato a grandi centrali idroelettriche potrebbe essere la soluzione finale.
"Gli ostacoli alla realizzazione di questa trasformazione del settore energetico sono principalmente sociale e politico." Jacobson e Delucchi.
Ecco i file orginali: http://www.stanford.edu/group/efmh/jacobson/Articles/I/JDEnPolicyPt1.pdf e http://www.stanford.edu/group/efmh/jacobson/Articles/I/DJEnPolicyPt2.pdf