Per anni l’abbiamo additato come colpevole unico dello sterminio che mise fine al Cretaceo. Ora salta fuori che invece ci fu concorso di colpa. L’immenso asteroide non agì da solo. Piovve dal cielo con conseguenze devastanti, certo. Ma piovve sul bagnato: il declino aveva avuto inizio qualche milione di anni prima, quando il ridursi della biodiversità dei grandi erbivori (le prede, dunque), causato probabilmente da cambiamenti climatici e ambientali, mise in crisi l’intera catena alimentare dei dinosauri. Una situazione di grande fragilità, insomma, quella descritta nello studio – basato su una nuova analisi di fossili e pubblicato su Biological Reviews – che riscrive la storia della scomparsa dei dinosauri. Un contesto già precario, nel quale l’asteroide che 66 milioni di anni fa colpì l’attuale Messico ha rappresentato la pietra tombale, più che l’evento scatenante. Intendiamoci, quello scatenato dall’asteroide – un proiettile grande su per giù 10 km sparato dal cielo a velocità inimmaginabile – fu comunque un evento apocalittico: all’impatto seguirono tsunami, terremoti, incendi, repentini sbalzi di temperatura e altri cambiamenti ambientali a larga scala. E senza quell’impatto, sottolinea uno dei coautori dello studio, Richard Butler, dell’Università di Birmingham, «i dinosauri sarebbero probabilmente ancora qui, e molto probabilmente non ci saremmo noi». Insomma, l’asteroide ci voleva. Ma se fosse caduto appena un poco prima o un poco più tardi, scrivono i ricercatori, non è escluso che i dinosauri sarebbero comunque riusciti a sopravvivere. «I dinosauri furono vittime di una sfortuna colossale. Non solo un gigantesco asteroide si abbatté su di loro», dice il primo autore dell’articolo, Steve Brusatte, dell’Università di Edimburgo, «ma lo fece nel peggior momento possibile, quando i loro ecosistemi erano vulnerabili. I risultati della nostra ricerca contribuiscono così a chiarire uno dei misteri irrisolti della scienza». Fonte: www.media.inaf.it
Per anni l’abbiamo additato come colpevole unico dello sterminio che mise fine al Cretaceo. Ora salta fuori che invece ci fu concorso di colpa. L’immenso asteroide non agì da solo. Piovve dal cielo con conseguenze devastanti, certo. Ma piovve sul bagnato: il declino aveva avuto inizio qualche milione di anni prima, quando il ridursi della biodiversità dei grandi erbivori (le prede, dunque), causato probabilmente da cambiamenti climatici e ambientali, mise in crisi l’intera catena alimentare dei dinosauri. Una situazione di grande fragilità, insomma, quella descritta nello studio – basato su una nuova analisi di fossili e pubblicato su Biological Reviews – che riscrive la storia della scomparsa dei dinosauri. Un contesto già precario, nel quale l’asteroide che 66 milioni di anni fa colpì l’attuale Messico ha rappresentato la pietra tombale, più che l’evento scatenante. Intendiamoci, quello scatenato dall’asteroide – un proiettile grande su per giù 10 km sparato dal cielo a velocità inimmaginabile – fu comunque un evento apocalittico: all’impatto seguirono tsunami, terremoti, incendi, repentini sbalzi di temperatura e altri cambiamenti ambientali a larga scala. E senza quell’impatto, sottolinea uno dei coautori dello studio, Richard Butler, dell’Università di Birmingham, «i dinosauri sarebbero probabilmente ancora qui, e molto probabilmente non ci saremmo noi». Insomma, l’asteroide ci voleva. Ma se fosse caduto appena un poco prima o un poco più tardi, scrivono i ricercatori, non è escluso che i dinosauri sarebbero comunque riusciti a sopravvivere. «I dinosauri furono vittime di una sfortuna colossale. Non solo un gigantesco asteroide si abbatté su di loro», dice il primo autore dell’articolo, Steve Brusatte, dell’Università di Edimburgo, «ma lo fece nel peggior momento possibile, quando i loro ecosistemi erano vulnerabili. I risultati della nostra ricerca contribuiscono così a chiarire uno dei misteri irrisolti della scienza». Fonte: www.media.inaf.it
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