La tenerezza che mi facciamo.
Tu piccolo piccolo, come un bambino beccato con le mani nella marmellata, io rintanata nella mia finta noncuranza.
La tenerezza di questa nostra banale infedele umanità.
Da bambini abbiamo avuto tutti e due una casa sull’albero, nessuna delle due sarebbe sopravvissuta a un temporale,
là abbiamo giocato a essere grandi, abbiamo imparato a mentire, l’odore delle foglie marce era quello del peccato, quello del pane con la nutella il profumo del ritorno a casa. Nessuno dei due sarebbe sopravvissuto senza l’altro, nessuno dei due ci avrebbe potuto raccontare. La pelle, la pelle, il sudore e quello nuovo e feroce che ci cercavamo tra le cosce. Quello eravamo, quello siamo.
Bestie che si annusano e si sbranano per finta.