La teoria del tutto
Creato il 01 gennaio 2015 da Veripaccheri
La teoria del tutto
di James Marsh
con Eddy Redmayne, Felicity Jones, David Thewelis
Uk, 2014
genere, biografico, drammatico
durata 123'
A Beautifl Mind.
L'appellativo - derivato dall'omonimo film diretto da Ron Howard - che
ieri descriveva così bene il talento e l'umanità di John Nash,
scienzato statunitense insignito del premio Nobel per aver contribuito a
sviluppare la teoria dei giochi, potrebbe essere utilizzato oggi come
riferimento alla genialità del collega inglese Stephen Hawking, passato
alla storia per le sue ricerche sui buchi neri e sull'origine
dell'universo. Un legame, quello tra i due uomini, che non si esaurisce
nell'esemplarità dei rispettivi meriti lavorativi ma che si allarga
anche al privato, e all'interno di una quotidianità condizionata dalle
limitazioni della patologia di cui entrambi soffrirono. Così se Nash
dovette fare i conti con una sorta di allucinazione schizofrenica che lo
portò a convivere con il clone di se stesso, parimenti Hawking si trovò
ad affrontare le conseguenze di una degenarione neurologica che in
breve tempo gli fece perdere buona parte delle sue normali funzioni
corporee.
Analogie
che non sono sfuggite ai produttori hollywoodiani, ne a coloro che dopo
aver visto il film interpretato da Russell Crowe hanno pensato di
realizzare un remake sotto mentite spoglie , con lo scienziato inglese e
la sua devota moglie (che ha scritto il libro da cui il film è tratto) a
replicare le gesta anche sentimentali dei loro predecessori. In questo
senso "The Theory of Everything" è, rispetto al suo predecessore,
paradigmatico nel presentare una vicenda umana che nasce e si sviluppa
sovrapponendo due linee narrative: da una parte quella riguardante la
speculazione intellettuale e cognitiva, con l'anarchia del genio e delle
sue rivoluzionarie scoperte, messe a confronto con la reazione di un
mondo riottoso al cambiamento. Dall'altra invece, in una sorta di
contrappasso emozionale, la dolcezza e l'amore di un legame sentimentale
apparentemente impossibile (come all'inizio sembra quello tra John Nash
e la moglie Alicia), e che invece fu, grazie alla forza e alla tenacia
della donna che donò a Hawking amore e normalità.
Consapevole
che la forza di questo genere di film risiede soprattutto nel ribaltare
la normale percezione di ciò che distante ed eccezionale, permettendo
allo spettatore di fraternizzare con personaggi e avvenimenti usalmente
irraggiungibili, "The Theory of Everything" si concentra soprattutto
sulle vicende privare di Hawking e della sua famiglia, registrando le
gioie e i dolori derivati dalle conseguenze della malattia ma anche
dalle molte gravidanze (ben tre) che ne allietarono il menage
matrimoniale. Seppur convenzionale la regia di James Marsh evita i
rischi di pietismo e accondiscendenza connessi con la menomazione del
protagonista. Eddie Redmayne nella parte del fisico inglese si produce
in una di quelle rappresentazioni dell'handicap fisico che, in vista
della prossima edizione degli Oscar, potrebbe fargli guadagnare la simpatia dei membri dell'Academy
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