Eccomi di ritorno dopo un piccolo infortunio a un dito che mi ha tenuto lontano dal pc un paio di giorni…sì, lo so è un cavolata, ma mi sono bruciato e mi faceva male l’indice…Comunque, la settimana scorsa sono corso al cinema a vedere l’ennesimo biopic dell’anno, che è iniziato da soli 27 giorni e siamo già al quarto film biografico, ma non temete fra pochi giorni esce anche Selma per arrivare a cinque. Il film in questione è la storia della vita, o di buona parte, di Stephen Hawking, che se fino a questo momento lo conoscevate solo per le apparizioni su Big Bang Theory e sui Simpsons, come i miei vicini di posto al cinema, siete delle brutte persone. Hawking è infatti uno dei più grandi scienziati contemporanei, il cui scopo nella vita è stato quello di spiegare l’universo attraverso un’equazione. Autore di svariati libri di divulgazione scientifica, gran simpaticone e simbolo imperituro della forza di volontà umana.
Il film è la trasposizione cinematografica di un romanzo biografico, scritto dalle mani della sua prima moglie Jane Wilde, che ha seguito in prima persona tutta la “degenarazione” della malattia dello scienziato. Si parte, quindi, direttamente con il momento in cui i due si conoscono. Lei, studentessa di lettere straniere, e lui, dottorando di cosmologia. I primi approcci, le prime uscite insieme e l’inizio di una storia d’amore, poi l’arrivo della malattia degenerativa, quella del moto neurone, che piano piano priverà Stephen delle più elementari capacità motorie, dal camminare, al muove le braccia, al parlare e, infine, al respirare. I medici gli danno due anni di vita e, giustamente, Hawking cade in uno stato di forte depressione. Sconforto dal quale Jane riesce a tirarlo fuori grazie al suo amore per lui. Da lì in poi inizia la vita dei due insieme, i figli, i problemi, il successo in campo scientifico…fino a oggi.
I due sono attualmente divorziati (entrambi si sono risposati), ma sono rimasti amici. Nessuno spoiler, spero, visto che essendo un film biografico, basta andare su wikipedia per sapere come si evolvono le cose. La vera bellezza del film, infatti, sta nelle evocative immagini di vita insieme dei due. Una storia d’amore che riesce a sormontare ostacoli enormi e che sembra durare, nonostante il divorzio. I due anni di vita diagnosticati a Stephen nel 1963, sembrano non essere ancora finiti, e ci si chiede se non sia stato quel sentimento per Jane a sconfiggere l’avanzata del tempo. Il tempo che è argomento centrale del film, insieme all’amore. E’ il tempo e la sua relazione con l’universo, infatti, l’argomento che Stephen sceglie per il suo dottorato e che poi influenzerà tutti i suoi studi futuri. Ed è ancora il tempo, quello che i protagonisti credono che finirà da un momento all’altro per Stephen.
Un plauso particolare va a Eddie Redmayne, che interpreta la parte di Hawking, e che con uno sforzo non certo semplice, si immedesima nella parte del disabile, immobilizzato completamente. Le smorfie, la recitazione, la passione (nel senso di “patire”) è qualcosa di veramente vivido e tangibile. Lo stesso Hawking si è complimentato con la sua controparte cinematografica, che se non prende un Oscar è una vera ingiustizia. Il film, comunque, è una stupenda favola sull’amore e sulla scienza, con una discreta discussione sulla creazione e il tempo. Nulla di trascendentale, semplice un buon film.
Fun Fact: La teoria del tutto ha al suo interno almeno due riferimenti alla serie tv britannica Doctor Who. Il primo è la presenza dell’attore Harry Lloyd, nella parte dell’amico Brian, che è apparso in due episodi della terza stagione del Dottore, quelli sulla Famiglia del Sangue. Il secondo, ovviamente, è lo stesso Stephen che con la voce robotica del suo apparecchio per parlare dice “EXTERMINATE!!”.