"la teoria del tutto": quali i volti esistiti e quanti gli esperimenti fatti per comprendere l'universo?

Creato il 07 ottobre 2015 da Alessandro @AleTrasforini

Le domande sul cosmo e sull'Universo hanno da sempre caratterizzato il percorso dell'essere umano su questa Terra; sin da tempi in cui il progresso non seguiva ancora strade tracciate sono stati moltissimi i tentativi che l'uomo ha fatto per ( cercare di) interpretare i meccanismi che governavano i fenomeni esterni al nostro piccolo pianeta.
Tante credenze ed opinioni sono state affidate e riposte nei confronti di ciò che è infinitamente grande: a Stelle sono state fatte corrispondere divinità, a pianeti sono stati dati altrettanti nomi di dei.
Le attività di osservazione e scoperta dell'infinitamente grande hanno quindi costituito un punto fondamentale per gli esseri umani, fino al punto in cui metodo sperimentale e telescopio hanno fatto la loro ascesa nelle modalità di vedere ed interpretare tutte quelle cose che possono essere etichettate come ' scienza'. Da quel momento sono stati moltissimi i passi in avanti compiuti dalla quotidiana indagine dei meccanismi che governano la natura ed il moto di corpi celesti ed extra-solari.
Nonostante questo incedere, tuttavia, rimane ( e forse rimarrà per sempre?) un punto invalicabile oltre il quale la scienza non riesce a spingersi? A quale limite potrebbe essere fatta tendere questa soglia? A domande simili vi sono ( e vi saranno) risposte pressoché infinite, proprio perché va inseguendosi e coronandosi dietro ( e dentro) ognuna di queste la celeberrima massima che fu attribuita allo scienziato Albert Einstein:

"[...] Una cosa ho imparato nella mia lunga vita: che tutta la nostra scienza è primitiva e infantile eppure è la cosa più preziosa che abbiamo. [...]"

Il percorso scientifico deve quindi intersecarsi con la necessità di fare luce sui fenomeni che sovrastano quanto è infinitamente grande. Ogni tentativo di strutturare e proporre una disciplina scientifica in un contesto ancora da scoprire e/o svelare va di pari passo con una lunghissima serie di possibilità ed obiettivi da qualificare: errori, sbagli, compromessi, tentativi e ripetizioni, possibilità di effettuare scoperte, raggiungimento di risultati a seguito di grandissimi ed interminabili sforzi.
Fare scienza equivale quindi a costruire storia, ad esaminare le vite e le teorie di individui che hanno speso una parte consistente della loro vita nella ricerca di quanto non era ancora conosciuto.
Nonostante qualsivoglia tentativo di scoperta possa essere primitivo ed infantile nel suo dispiegarsi, resta comunque classificabile come estremamente prezioso e fondamentale da non perdere.
Quanto è stato percorso dalla scienza nell'analisi dell'infinitamente grande? Quali teorie si sono susseguite, si susseguono e si susseguiranno nell'interpretazione di fenomeni altrimenti condannati a restare irrisolvibili? A queste e molte altre domande cerca di rispondere l'opera " La Teoria del Tutto - Origine e destino dell'Universo", scritta dallo studioso Stephen Hawking.
Lo scopo del testo appare chiaro sin dalla copertina, proponendo una serie di domande e spunti che non lasciano spazio a possibili interpretazioni:

"[...] Come ha avuto origine il cosmo? Qual è il destino che ci attende?
Fino agli anni Venti del secolo scorso queste domande erano competenza della religione e della filosofia, mentre oggi è possibile affrontarle da un punto di vista scientifico. Hawking ci guida in un viaggio che - a partire dalla cosmologia di Aristotele attraverso le teorie di Copernico, di Newton e di Einstein - giunge fino alle ultime frontiere della fisica contemporanea per spiegarci i grandi misteri dell'Universo: dal big bang alla formazione delle galassie, dalla morte delle stelle ai buchi neri, dai limiti della teoria della relatività generale alla proposta della condizione di assenza dei confini. [...]"

Si tratta quindi di effettuare un riassunto avente durata tanto epocale quanto largamente sconosciuta, nel tentativo di delimitare e circoscrivere quali siano stati i tentativi compiuti per fare luce su una grande quantità di fenomeni esistenti. I ' campi' attraverso cui procedere per effettuare un'indagine adeguata ed adeguatamente divulgativa sono molteplici: scienza, storia, esperimenti e protagonisti degli stessi, modelli fisico-matematici impiegati per pervenire a scoperte importanti, errori e tentativi cumulatisi in centinaia di anni. Tutto questo è sintetizzabile come progresso, tutto questo fa parte di quel " Tutto" definito dall'autore come in grado di essere sintetizzato da una teoria particolare.
Serve un modello che cerchi di mettere ogni cosa insieme, collegando punti conosciuti e sconosciuti con un'unica linea continua e non interrotta. Il processo per arrivare a questo traguardo sembra essere uno solo ed unico: indagare. Effettuare studi ed approfondimenti con la miglior lente possibile: quella della ricerca. Su questo sfondo si innestano le sette ' lezioni' schematizzate e divulgate dallo stesso autore, il quale non ha fortunatamente bisogno di presentazione alcuna riguardo alle proprie teorie ed al proprio operato in campo scientifico:

"[...] Nella prima lezione prenderò brevemente in esame le concezioni dell'Universo che sono state sostenute in passato per poi vedere come siamo giunti alla nostra immagine attuale; [...].
Nella seconda lezione spiegherò come sia la teoria della gravità di Newton sia quella di Einstein ci portano a concludere che l'Universo non può essere una realtà immobile [...].
Nella terza lezione parlerò dei buchi neri, che si formano quando una stella
[...] collassa su se stessa, sotto la propria forza di attrazione gravitazionale. [...] Nella quarta lezione descriverò come, in base alla meccanica quantistica, è possibile che un buco nero emetta radiazioni energetiche. [...]
Nella quinta lezione applicherò i principi della meccanica quantistica al big bang e alle origini dell'Universo. Giungendo così all'idea secondo la quale lo spazio ed il tempo [...] possono essere privi di un confine, di un margine esterno che li delimiti [...].
Nella sesta lezione mostrerò come questa nuova proposta di interpretazione dei limiti dello spazio-tempo sia in grado di spiegare perché il passato - nonostante la simmetria che contraddistingue le leggi della fisica - sia così palesemente diverso dal futuro. [...] nella settima lezione [...] presenterò i nostri sforzi di trovare una teoria unificata che includa, in un'unica spiegazione coerente, la meccanica quantistica, la forza di gravità e le altre interazioni di cui parla la fisica. [...]"
(Fonte: Introduzione - " La teoria del tutto", S.Hawking, Bur Rizzoli)

Alla fine dei percorsi descritti, con l'incedere ed il sovrapporsi di anime e di storie che hanno cercato di donare un frammento della loro vita per la comprensione di fenomeni sconosciuti, ritorna sempre a prevalere quello spirito di umano sentimento che dovrebbe muoversi a vele spiegate fra i molti campi nei quali la scienza può dilungarsi e divulgarsi. L'obiettivo primario qui riconducibile e desumibile può impropriamente ' filtrare' rispolverando una massima attribuita al sempre citato Albert Einstein:

"[...] La preoccupazione dell'uomo e del suo destino devono sempre costituire l'interesse principale di tutti gli sforzi tecnici. Non dimenticatelo mai in mezzo a tutti i vostri diagrammi ed alle vostre equazioni. [...]"

Di pari passo, quindi, per cercare di comprendere quanto siano complicate ed intrecciate le vicende del nostro Universo non bisogna mai disperdere il legame esistente fra due qualità solo apparentemente lontane fra loro: tecnica ed umanità, non a caso e non per caso.
In parallelo allo spirito divulgativo per allargare gli argini della conoscenza collettiva, " La Teoria del Tutto" rimane comunque un'opera nella quale a volte è necessario possedere buone conoscenze fisico-matematiche e sufficienti capacità di astrazione ed immaginazione per comprendere al meglio possibile quali siano i punti su cui l'autore concentra maggiormente le proprie attenzioni ed i propri sforzi narrativi. Rimangono sette lezioni attraverso cui potrebbe essere davvero opportuno passare, qualora si voglia effettuare un viaggio nei meandri di quanto l'umanità intera ha da sempre guardato dal profondo basso. Dal profondo basso di un piccolissimo pianeta, tanto sperduto quanto unico da preservare e conservare con ogni sforzo possibile. In linea teorica, quantomeno.