Lo spettacolo descrive un mondo che forse resiste solo nei ricordi dei nostri genitori (o forse, come relitto di un’umanità superata, in qualche paese del profondo Sud): si tratta della voce ancestrale di quella comunità di donne che una volta affollava le chiese, unite come un sol popolo, una sola entità, a recitare il rosario, come una nenia cantilenante.
“Ho creato una storia decisamente sopra le righe, paradossale - racconta l’autore - l’impossibilità di una bambina di ricevere la prima comunione, la sua difficoltà ad ingoiare l’ostia, il corpo sacro di Cristo viene rigettato dal corpo altrettanto sacro di un’anima candida e innocente”
Attorno a questa vicenda si crea un mondo fatto di voci, di pettegolezzi, di frasi masticate e non dette, di parole sputate di nascosto. Le parole si fanno preghiera che uccide, sbagliata, ostinata, mortale…
“La terza comunione” intende proseguire il progetto di portare il teatro nei luoghi naturalmente congeniali ai racconti scenici proposti. Così dopo il teatro in albergo di “Do not disturb”, Gelardi utilizza uno degli altari della Chiesa dell’Immacolata e San Vincenzo (dove oggi sorge appunto il Nuovo Sanità), come spazio scenico ad hoc per il suo ultimo lavoro.
Solo 35 spettatori a sera potranno perciò assistere alla messinscena che, utilizzando solo una parte della struttura del teatro, ne recupera artisticamente l’uso e la funzione originaria.
Visto il limitato numero di posti, è indispensabile la prenotazione al 339 66 66 426.
Il Nuovo Teatro Sanità si trova in piazzetta San Vincenzo 1 a Napoli.