La ricostruzione temporale è semplice: il 22 settembre 2011 debutta in America il serial che racconta di una società prossima ventura che per prevenire i crimini - e dopo gli attentati alle Torri Gemelle - allestisce una "macchina" in grado di individuare possibili terroristi prima di eventuali attentati; il marchingegno in realtà allarga il raggio di monitorizzazione e attraverso una vasta sorveglianza tecnologica ed informatica arriva a individuare, attraverso il numero della previdenza sociale, vittime o colpevoli di reati comuni.
Nel maggio 2013 Edward Snowden, ex tecnico della CIA, comincia a rivelare pubblicamente diversi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico, fino ad allora tenuti segreti. Secondo alcuni, la figura di Snowden richiamerebbe quella di Harold Finch (Michael Emerson) in "Person of Interest". Ma è solo un caso, non può essere altrimenti. Soprattutto adesso che è venuto alla luce che i suddetti sistemi di sorveglianza (quelli del Prism) avevano occhi e orecchie anche in Italia.
Un motivo in più per non perdersi la serie di J.J. Abrams, che firma da produttore l'idea di Christopher Nolan ("Il Cavaliere Oscuro", "Memento") al motto di "con la tecnologia non solo puoi essere rintracciato, ma le tue mosse possono essere anticipate. La cosa che mi piace della serie è che è molto celebrale ma non impenetrabile. È buona televisione".
Nella terza stagione diventa sempre più preponderante la figura di Samantha Shaw (Sarah Shahi, "The L Word", "Fairly Legal"), killer occulta dei servizi governativi.