La tessera del parlamentare

Creato il 01 aprile 2011 da Alesan
Sarebbe facile affrontare oggi il discorso delle offese alla Camera, alle istituzioni in generale, al populismo dilaniante di questo stanco paese. Guardare le trasmissioni cosiddette di approfondimento non rende nulla, tutto ed il contrario di tutto tanto che sulla lettera di Mills i condottieri della opposta giustizia Travaglio-Belpietro si scontrano terminando entrambi il proprio sproloquio con un fatidico "basta leggere la lettera". Dunque, chi ha letto questa lettera? Perché il problema è tutto lì, ma la verità è che nessun italiano si scomoda per leggerla. E non ho intenzione di cominciare io che, molto più matematico e pragmatico di altri, mi rifugio nel tipico calderone della teoria lobbistica, dove tutto in Italia si muove secopndo una scacchiera che il popolo si rifiuta di vedere. E, in particolare, di giocare. L'italiano è cittadino che non sfida l'avversario con le stesse armi, ci gira intorno. Spende i soldi del Monopoli per comprare carriarmatini del Risiko. Piazza un full di donne durante un pinnacolo. Fa scopa a briscola. L'italiano mischia le carte, prende la via più lunga del discorso e si arresta nel momento in cui c'è davvero bisogno di mettersi in gioco. Si fida delle voci degli altri e senza mai entrare nel merito fa di se una pedina controllata dagli slogan e dalle facilonerie. Basterebbe ammettere che come ogni oggetto di potere anche quello berlusconiano è stato costruito con metodi quanto meno discutibili. E fine della storia. Invece no, tifo da stadio e tessera del tifoso. Ecco cosa serve.
Si è entrati nella logica seconda la quale l'avversario va discriminato, poi isolato, poi spazzato via. In barba alla democrazia e ai dibattiti. Alla Camera o al Senato ormai serve la tessera del parlamentare, di modo da riuscire a rifilare una Daspo a La Russa e bloccare comunque i più facinorosi. No tessera, no parlamento. Ovviamente, per i più pignoli, daremo tessere ricaricabili; dei bancomat. Nel pieno rispetto decantato per l'avversario, per la politica, per il dialogo, per la democrazia e l'Italia unita, il tutto si riduce sempre e solo ad un grande bordello. Talvolta pieno di puttane, altre pieno di hooligan dai quali dovremmo aspettarci un passo indietro invece della devastazione delle istituzioni. Ma se da una parte hai chi controlla il paese attraverso ogni canale (sportivo, mediatico, editoriale, (pseudo)culturale...) dall'altro non puoi che avere chi sta al gioco, sbagliando, e reagisce d'istinto. Chi ha perso e chi ha vinto.
Un giorno o l'altro ne usciremo, ma solo quando saremo in grado di recuperare noi stessi, le nostre micro-società, veri sottoinsiemi della vita pubblica, le nostre idee e quando, davvero, metteremo in atto ciò che pensiamo sia un'idea di società giusta. Quando ci torneremo ad indignare per un gruppo di rappresentanti che non fanno altro che gettare merda sul dibattito politico, le votazioni, le discussioni. Tanto un colpevole lo si trova sempre. Una congettura sui manifestanti pilotati è sempre pronta. Se domani si spegnessero le televisioni e le persone si contassero i soldi in tasca, però, non esisterebbero mura abbastanza alte a difende questo schifo dai calci in culo. Per onore della democrazia, del rispetto, del dialogo. Dell'Italia.

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