Si è entrati nella logica seconda la quale l'avversario va discriminato, poi isolato, poi spazzato via. In barba alla democrazia e ai dibattiti. Alla Camera o al Senato ormai serve la tessera del parlamentare, di modo da riuscire a rifilare una Daspo a La Russa e bloccare comunque i più facinorosi. No tessera, no parlamento. Ovviamente, per i più pignoli, daremo tessere ricaricabili; dei bancomat. Nel pieno rispetto decantato per l'avversario, per la politica, per il dialogo, per la democrazia e l'Italia unita, il tutto si riduce sempre e solo ad un grande bordello. Talvolta pieno di puttane, altre pieno di hooligan dai quali dovremmo aspettarci un passo indietro invece della devastazione delle istituzioni. Ma se da una parte hai chi controlla il paese attraverso ogni canale (sportivo, mediatico, editoriale, (pseudo)culturale...) dall'altro non puoi che avere chi sta al gioco, sbagliando, e reagisce d'istinto. Chi ha perso e chi ha vinto.
Un giorno o l'altro ne usciremo, ma solo quando saremo in grado di recuperare noi stessi, le nostre micro-società, veri sottoinsiemi della vita pubblica, le nostre idee e quando, davvero, metteremo in atto ciò che pensiamo sia un'idea di società giusta. Quando ci torneremo ad indignare per un gruppo di rappresentanti che non fanno altro che gettare merda sul dibattito politico, le votazioni, le discussioni. Tanto un colpevole lo si trova sempre. Una congettura sui manifestanti pilotati è sempre pronta. Se domani si spegnessero le televisioni e le persone si contassero i soldi in tasca, però, non esisterebbero mura abbastanza alte a difende questo schifo dai calci in culo. Per onore della democrazia, del rispetto, del dialogo. Dell'Italia.