“La Tiella è una squisitezza che va a braccetto nella storia, sia per la leggenda che identifica il suo ideatore nel principe Ferdinando IV di Borbone, sia perché questo alimento (considerato a tutti gli effetti un pasto completo) “accompagnava” i pescatori nei lunghi viaggi in mare”.
E pensate che qualche anno fa ha rischiato l’estinzione…
Ma la leggenda ve la ricordate? Ve la riportiamo noi…
Una leggenda racconta che si abbatté su Gaeta una spaventosa carestia. I figli del Re non ebbero più di che sfamarsi. Una massaia, utilizzando i residui delle sue provviste, li avvolse, alla rinfusa, in una sfoglia di pasta improvvisata, che mise a cuocere sulla brace. Ne risultò qualcosa che si prestava ad essere divisa in parti uguali e a nascondere i singoli sapori. Nell’800 l’aristocrazia cominciò ad apprezzarla con i calamaretti, mentre sarde, alici, scarola e baccalà erano le più diffuse tra marinai e contadini:
la sua preparazione permetteva di avere un pasto completo che si conservasse anche per alcuni giorni. Caduto il regno Borbonico, nel 1860, divenne pasto principale per tutti gli emigranti che lasciavano Gaeta in cerca di lavoro., negli ultimi anni è ritornata alla ribalta per la sua innegabile bontà.
Cosa può esserci nelle Tielle? Verdure o pesce, uova, formaggio, salsiccia, e ovviamente le uova. Di Tielle ne esistono per tutti i gusti. O meglio, tutti i gusti della Tiella son la fine del mondo.
Ma Tiella cosa vuol dire? Il contenitore… ovvero tegola
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