“Second Life è la patria, forse meglio dire la matria del romanzo” spiega Lorenza Colicigno, aka Azzurra Collas, ideatrice e coordinatrice del progetto di scrittura collettiva La Torre di Asian, ispirato dall’omonima installation art, realizzata sempre in SL, da Fabio Fornasari.
In questa ricerca uomini e donne sovrappongono e confondono le loro storie, le inventano, le annullano, le confrontano, in un mix continuo di finzione e verità.
Nei miei corsi di scrittura creativa in SL avevo intuito la straordinaria potenza di SL come luogo del racconto nello stesso tempo vissuto e detto, non ho avuto difficoltà a coinvolgere un gruppo di avatar in questo esperimento. La torre, per la sua forza evocativa, ha tenuto insieme per circa due anni un gruppo di persone che si è incontrato per avventura, e di quest’avventura ha avuto la piena consapevolezza di essere i protagonisti”.
Si tratta di otto autori/avatar, oltre, ad Azzurra – Susy Decosta, AtmaXenia Ghia, Sunrise Jefferson, Asian Lednev, Margye Ryba, Piega Tuqiri, Aldous Writer e MacEwan Writer – che si sono incontrati e scontrati nella vita virtuale, come in quella reale, per dare vita al Concept Book “La torre di Asian-In viaggio”, romanzo non ancora nella sua versione definitiva, ma che raccoglie testi e ragiona intorno alla geografia della torre e alla sua natura di “immagine abitata”.
Ecco la descrizione che ne fa Mario Gerosa, autore della prefazione del libro:
la Torre porta sulla sua pelle i segni delle storie di tanti residenti di Second Life, che nel corso di mesi lunghi come anni hanno idealmente scolpito di ricordi e di memorie quelle mura immateriali, traforate da infiniti squarci, pervase da innumeri vuoti, a testimoniare e a suggerire una storia di impossibili catalogazioni, di bruschi salti narrativi, di lag improvvisi.
Le storie che si sono raccolte attorno alla Torre di Asian, icona istantanea di un mondo in rapidissima trasformazione, nuovo focolare in un universo sintetico, sono tutte storie in transito. La pelle della Torre di Asian, come tutte le pareti di tutte le architetture di Second Life, è scivolosa: i racconti da quelle parti passano e vanno. Non è come per la Torre di Bruegel che ha pareti rugose e spugnose che trattengono e assorbono storie. Il virtuale è diverso, è più asettico, almeno in apparenza trattiene meno: la cultura del web è volatile.
Eppure anche la Torre di Asian racconta una storia di realtà aumentata, e soprattutto di vite aumentate e fors’anche di umanità accresciuta, per parafrasare Granieri: le cronache si sovrappongono tutt’intorno ad essa, definiscono un’aura, si trasformano in satelliti di notizie di varia umanità che gravitano senza sosta intorno a quell’architettura.
Come la Torre di Pieter, la Torre di Asian (che sia Asian Lednev, o Asian Fornasari, o Fabio Lednev, poco conta) è uno straordinario contenitore che finge d’essere vuoto e invece è ricco di parole, di facce, di persone, un’architettura perennemente gravida di storie che non si stanca mai di ascoltare. E’ una torre che cresce, che vive, che sconfina, un’architettura inafferrabile, che da un momento all’altro potrebbe essere già diventata leggenda
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Tracce della Torre di Asian sono reperibili su:
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