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Nonostante, come detto, il numero totale di incidenti sia diminuito dal 2009 al 2010 (-1,9%) resta sempre un numero molto elevato: 775.374 incidenti nel 2010, 2.124 incidenti al giorno! Non meglio sul versante vittime del lavoro: nel 2010, con un trend in diminuzione sul 2009 (-6,9%) ci sono stati 980 morti, 2,68 al giorno.E' su questi numeri che bisogna riflettere: è come se ogni settimana ci fosse una Nasiriyya (attentato in Iraq in cui persero la vita 19 Carabinieri), o ci fosse un 11 settembre ogni 3 anni.E pochi ne parlano, non ci sono funerali di Stato, non ci si commuove, se non per quelli che arrivano fino in televisione. Un tributo così alto di vite umane è inaccettabile.Se si osservano i dati, si nota che il comparto che sopporta il maggior numero di incidenti è quello dell'industria, segnatamente quello delle costruzioni, ma alto è anche il tributo nel settore terziario, soprattutto nei trasporti.
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Se si analizzano i dati per ripartizione geografica, l'area a più alto taso di incidenti è il nord-est, seguito dal nord-ovest.
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Un confronto con i paesi stranieri può darci un'idea della diffusione del fenomeno e della sua entità.
Mentre l'Italia ha un tasso di occupazione totale del 57,7% (2009) e un numero di occupati di 23,17 milioni di unità, la Germania, per fare un confronto, ha un tasso di occupazione del 70,9% (2009) e un numero di occupati di 40,3 milioni di unità. E' agevole osservare, guardando la prossima tabella, come l'Italia abbia 1 incidente sul lavoro all'anno ogni 29 occupati, mentre la Germania, che ne ha 928 mila, ha 1 incidente all'anno ogni 43 occupati.
Infine, l'Anmil, l'Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, affianca l'Inail fornendo una sua statistica di incidenti e morti sul lavoro corredata di tutti i dati su luogo, tipo di lavoro, tipologia di incidente. Sarebbe importante che tutti questi dati servissero per disporre linee guida comportamentali, specialmente con riferimento alle tipologie che si ripetono più spesso, per non fare più dell'Italia una leader di questo poco invidiato genere di primati.
Fonti
Inail
Istat
Anmil