LA TRAGEDIA IN VACANZA. LA COSTA CONCORDIA COLPISCE UNO SCOGLIO A CAUSA DI UNA MANOVRA AZZARDATA. IL CAPITANO è STATO FERMATO

Creato il 15 gennaio 2012 da Madyur


Dopo 24 ore passate tra paura e conta dei dispersi (ancora 38), in serata arriva la svolta: il comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino, 52 anni, campano, viene fermato e portato in carcere. Tra le accuse contestate, oltre a naufragio e omicidio colposo plurimo, anche l’abbandono della nave naufragata a 50 metri dall’isola del Giglio, mentre c’erano ancora molti passeggeri da trarre in salvo. Secondo quanto risulta agli inquirenti, avrebbe lasciato la nave attorno a mezzanotte a mezza.
Quanto alla dinamica dell’incidente, secondo il magistrato, il comandante «si è avvicinato molto maldestramente al Giglio, la nave ha preso uno scoglio che si è incastrato sul fianco sinistro, facendola inclinare ed imbarcare tantissima acqua nel giro di due, tre minuti». Ai comandi «c’era Schettino», ed è stato lui «ad ordinare la rotta: questo è quanto ci risulta. È stata una manovra voluta». Al vaglio degli inquirenti anche il fatto che il passaggio molto vicino all’isola del Giglio sia stato deciso per far «salutare» ai croceristi i paesi dell’isola illuminati nel buio. Un’ipotesi questa fatta anche dal sindaco del Giglio Sergio Ortelli: la rotta delle navi che da Civitavecchia «risalgono» verso la Liguria, come la Costa Concordia, è a circa 2-3 miglia dall’isola. Accade anche che «molte navi passano dal Giglio a salutare con un fischio di sirena gli abitanti. Ma questa volta è andata male». Sempre secondo quanto spiegato, l’impatto sullo scoglio è avvenuto alle 21.45 di ieri «ma - aggiunge il procuratore - non è stata avvertita subito la capitaneria». Intanto la nave è stata posta sotto sequestro dalla magistratura così come la ’scatola nerà, ovvero la registrazione di quanto avvenuto in plancia durante la navigazione. Acquisiti anche i tracciati della rotta. E proprio la rotta seguita dalla nave e su quale scoglio sia andata a sbattere sono tra le questioni al centro degli accertamenti.
Prima di essere fermato il comandante Schettino aveva riferito: «Mentre navigavamo ad andatura turistica abbiamo impattato uno sperone di roccia che non era segnalato. Secondo la carta nautica, doveva esserci acqua a sufficienza sotto di noi». Attorno al Giglio ci sono delle isolette, come ’Le scolè, che si trovano a 500 metri dal Giglio e sulle quali si è ipotizzato possa essere finita la nave, tutte però, secondo un’abitante dell’isola, «ben segnalate sulle mappe. Chi va per mare questo lo sa». Quanto alla rotta nel corso della giornata si era parlato di «rotta sbagliata: la nave non doveva trovarsi nel punto dove ha impattato lo scoglio», da chiarire il perchè, e successivamente di impatto avvenuto a qualche miglia dal Giglio dove poi la nave si è diretta, dopo aver cambiato rotta. Sulla vicinanza della nave all’isola il dg della compagnia marittima Gianni Onorato, che ha assicurato massima collaborazione con le autorità, ha specificato: «Non è corretto dire che la nave era fuori rotta. È stato un evento imprevedibile aggravato da una non prevedibile inclinazione della nave». Quella penale non è l’unica indagine aperta sulla tragedia: è stata avviata anche un’inchiesta amministrativa, da parte del ministero dei trasporti.
 «E' stato un incubo, sembrava di essere sul Titanic, abbiamo veramente creduto di morire». L'adrenalina è ancora alle stelle e i passeggeri scampati all'affondamento del "Cocnordia" sono scossi.
«Eravamo a cena, all'improvviso il cibo e i bicchieri ci sono caduti addosso», raccontano alcuni testimoni. «Gli altoparlanti hanno diffuso una voce che invitava alla calma: "Parlo a nome del capitano, è soltanto un blackout". Soltanto dopo un'ora si è sentito il suono di 7 sirene, il segnale che la barca stava affondando», continua il racconto.


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